Nulla da fare per Francesco Mancuso, alias Tabacco, 65 anni, di Limbadi. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal suo difensore contro la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro e ha deciso che il boss dovrà rimanere dietro le sbarre. Ribadita dunque, l’ordinanza di custodia cautelare, emessa nell’ambito dell’inchiesta “Petrolmafie”. Mancuso deve rispondere di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Nell’ambito di questa inchiesta, è ritenuto dalla Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, il capo di un’attività commerciale, intestata a terzi, nel settore dei prodotti petroliferi. Per l’accusa, avrebbe chiesto la fornitura del gasolio ai fratelli D’Amico di Piscopio.
‘Ndrangheta nel Vibonese, boss Mancuso rimane dietro le sbarre
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla sua difesa. Ribadite le esigenze cautelari dai parte dei giudici