Abusivismo, i sindaci dei Comuni commissariati contro la Regione: «Ci ha accusati ingiustamente»

Protestano i primi cittadini di Vibo Valentia, Soverato e Lamezia per la delibera approvata dalla Giunta Occhiuto, che punta il dito su 30 amministrazioni per ritardi e inadempienze nel controllo del territorio

I primi sindaci calabresi reagiscono alla notizia della delibera della Giunta regionale guidata da Roberto Occhiuto, che affida a un commissario la risoluzione di alcune questioni connesse agli abusi edilizi, per «inerzia ed inadempienza» dei Comuni nel contrastare il fenomeno. La decisione riguarda soprattutto i presunti ritardi dei Comuni a emettere le ordinanze di demolizione delle costruzioni abusive.«Il Comune di Lamezia Terme è in prima linea nel contrasto all’abusivismo edilizio con azioni concrete, non con vuote dichiarazioni, ma con una costante azione che è condotta fianco a fianco alla locale Procura della Repubblica – fa sapere il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro – Basta semplicemente richiamare la delibera di Giunta Comunale del 16 febbraio scorso che ha approvato 3 progetti di demolizione di opere abusive con una spesa di 201.849,41 euro. Dei tre interventi, due sono stati già materialmente eseguiti ed uno è di prossima realizzazione. Il fatto che questo sia stato fatto utilizzando fondi comunali, non certo regionali o statali, rappresenta quanto sia falso, inadeguato ed irrispettoso parlare di inerzia ed inadempienza da parte del Comune di Lamezia Terme».«Il ritardo nell’emissione di ordinanze di demolizione riguarda unicamente cinque verbali redatti quando il Comune di Lamezia era commissariato -continua Mascaro -. Gli uffici stanno lavorando alacremente, pur con le note carenze di organico, e a brevissimo anche quelle ordinanze saranno emanate. Per questo la disattenzione da parte della Regione Calabria è inaccettabile. Piuttosto che procedere alla nomina di inutili e costosi commissari, la Regione Calabria individui risorse da destinare ai Comuni per operare le demolizioni ed evitare così che altri enti debbano utilizzare, come purtroppo ha dovuto fare il Comune di Lamezia Terme, alcune delle poche risorse disponibili alla demolizione delle opere abusive».Dei 31 abusi edilizi indicati dalla Regione, una risulta demolita a cura e spese del responsabile dell’abuso, mentre le rimanenti trenta risultano evase, come comunicato alla Procura della Repubblica e alla Prefettura di Vibo Valentia – scrive il sindaco di Vibo Maria Limardo – Per errore la comunicazione non è stata indirizzata anche alla Regione Calabria, ma sono state notificate 17 ordinanze, con relative sanzioni, di fabbricati ricadenti su suolo privato, per i quali è stata avviata la procedura di nomina di un tecnico per la valutazione economica dell’eventuale demolizione, necessaria per l’acquisizione al patrimonio comunale. Per le 13 costruzioni abusive su suolo demaniale e comunale, abbiamo individuato, previa gara d’appalto, l’operatore per la demolizione e i lavori avverranno subito dopo il periodo estivo, come da accordo con le forze dell’ordine. È stato stanziato in bilancio comunale un milione di euro per le demolizioni».Rimango esterrefatto e basito di fronte all’approvazione della delibera per le tre segnalazioni di abusi riscontrati dalla Capitaneria di Porto di Soverato nel 2019, di fronte ai quali il Comune è stato accusato ingiustamente di essere rimasto inerme – dice il sindaco di Soverato Daniele Vacca – Parliamo di tre casi già risolti. Sono basito di fronte alle modalità con cui tutto questo viene riportato, lanciando un messaggio distorto che colpevolizza le amministrazioni comunali di diffondere la cultura della illegalità e di non operare per la difesa del nostro territorio. Il documento che annunciava la presenza di abusi in aree a rischio frana o alluvione e a rischio sismico, in realtà si occupa di tre casi di occupazione temporanea di aree demaniali: il primo riguarda ombrelloni adagiati sulla spiaggia, il secondo lo spostamento di una fiera artigianale in un luogo differente da quello autorizzato e l’ultimo una rampa di accesso in legno in un’abitazione privata per abbattere le barriere architettoniche esistenti».«Le problematiche furono risolte subito con lo sgombero, inviando alla Regione Calabria tutti gli atti. È vero che molti procedimenti sono bloccati, ma perché le amministrazioni comunali rimangono sospese in attesa della conclusione di lunghi iter procedurali e intrappolate all’interno delle lungaggini burocratiche come per il rilascio di compatibilità paesaggistiche proprio da parte degli uffici regionali, i cui tempi arrivano a superare abbondantemente anche i quattro anni».