Quando arriviamo al porto di Roccella Ionica con alle spalle un verde cittadino mozzafiato che fa un tutt’uno con le montagne dell’Aspromonte il sole sta per tramontare alle spalle del mare. L’aria è un misto tra l’odore delle palme e quello più inebriante dello Jonio reggino. Ad attenderci c’è un signore distinto, è Salvatore Francesco Ciurleo, segretario Spi – Cgil della Città metropolitana di Reggio Calabria.
“Benvenuti”, così ci accoglie il segretario stringendoci cordialmente la mano, e subito ci mostra la motovedetta della Guardia Costiera che ha salvato altre vite umane raggiungendo la “carretta” su cui viaggiavano e conducendoli al porto.
di Sacha Gallo
Segretario in quanti sono sbarcati, quando, e da dove provengono?
Nel momento in cui io e lei parliamo sono sbarcati ieri sera in ottanta, tra cui cinque bambini, ma qui è un continuo di sbarchi. Arrivano dalla Turchia, che se lei guarda, si trova sulla linea immaginaria che segue l’orizzonte del mare.
Perché seguono la rotta della Turchia?
La Turchia è la porta del Corno d’Africa che comprende Somalia, Etiopia, Kenia, e quindi più vicina a loro, bypassano la Grecia e arrivano sulle coste siciliane e calabresi.
Segretario, lei è anche esperto delle dinamiche che ruotano intorno alla Scuola. Prima mi parlava della presenza di bambini e adolescenti. A che punto è la scolarizzazione e l’alfabetizzazione alle nostre latitudini?
Non è semplice scolarizzare questi giovani perché mancano strutture e servizi.
Come si potrebbe risolvere?
Inserendo questi giovanissimi nei nuclei familiari, ripopolando i piccoli centri.
Sempre più basso l’indice di natalità e aule scolastiche sempre più deserte. Le ripopoliamo con l’integrazione di questi ragazzi?
Perché no? La speranza è non perdere il treno del Pnr.