Mancati ristori Covid, la sanità privata diffida Occhiuto: «Pronti ad adire le vie legali»

«Le associazioni Uneba, Anaste, Andiar, Aiop, Aris, Agidae, Unindustria Calabria (Sezione Sanità), Ccrea, che gestiscono strutture sanitarie e sociosanitarie accreditate erogando prestazioni di tipo assistenziale e riabilitativo in regime ospedaliero, residenziale, semiresidenziale e domiciliare, nella rete territoriale regionale, hanno inviato l’ennesima diffida al commissario alla sanità e presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto».Le associazioni richiamano la Regione ad una «puntuale e corretta esecuzione» del decreto ministeriale del 12 agosto 2021 e quindi al «necessario adeguamento del vigente sistema tariffario mediante pubblicazione di apposito atto normativo in esecuzione della legge nazionale. Il tutto per come quantificato nelle richieste già pervenute alle spettabili amministrazioni in indirizzo per il tramite di comunicazioni ufficiali da parte delle Associazioni di categoria». Secondo i calcoli delle associazioni di categoria calabresi «i mancati ristori ammontano complessivamente a circa dieci milioni all’anno per tre anni oltre interessi. Le Regioni Marche, Puglia, Campania, Emilia Romagna e Lombardia hanno già provveduto ai ristori Covid anche in ossequio a quanto disposto dal decreto legislativo 34 del 19 maggio 2020, convertito con modificazioni nella legge 77/2020, nonché dal Dpcmdel 23 luglio 2020. La Regione Toscana proprio di recente ha stanziato un impegno di 20 milioni alle Rsa per la presa in carico di pazienti positivi al Covid. Le associazioni – concludono -Uneba, Anaste, Andiar, Aiop, Aris, Agidae, Unindustria Calabria (Sezione Sanità), Ccrea – chiedono pertanto alla Regione Calabria di stabilire con urgenza una tariffa aggiuntiva o un incremento tariffario corrispondente alla diversa prestazione sanitaria resa e ai diversi requisiti strutturali ed organizzativi richiesti dall’amministrazione sanitaria. In caso contrario, adiranno le vie legali».