Quando Andrea Orlando chiede conto a Enrico Letta degli accordi presi a fine agosto scorso a proposito di Guccione il segretario pare sia diventato “paonazzo” in viso. Pallido e trasparente e persino Nicola Irto avrebbe vissuto qualche momento di imbarazzo.
È ottobre, vigilia delle Regionali. Al cospetto di Orlando e Meloni il segretario nazionale Pd si impegna con Carlo Guccione per un giro di “pausa” per Palazzo Campanella in cambio di un proporzionale blindato per il Parlamento. L’accordo è solido, giura chi se ne intende. Per come può essere “solido” con la politica di questi tempi, è chiaro. Ma c’è. Con Orlando a supervisionare e a fare da garante. E infatti Orlando chiede conto in direzione a Letta della fregatura rifilata a Guccione in nome “dell’imprescindibile” Stumpo da piazzare da queste parti ma il segretario “fugge”. Si fa pallido e cambia discorso.
E così per Guccione, che aspettava il “suo” giro arriva un terzo posto al proporzionale, utopia pura. E non a caso sarebbe fortemente orientato a rinunciare per una corsa difficile e ambiziosa come l’uninominale di Cosenza Tirreno.
I.T.