La notizia è ormai nota. Dal prossimo 28 luglio le Terme Luigiane riapriranno per effetto dello strano intervento che il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, on. Roberto Occhiuto, ha pensato di effettuare facendo affittare fino al 31 dicembre 2024, con diritto di prelazione di acquisto, dalle Terme Sibarite, grazie a un congruo finanziamento di sostegno ad opera di Fincalabra, tutte le strutture alberghiere, la pizzeria “Reginella”, lo stabilimento Thermae Novae ed il Parco Termale “Acquaviva” con annesso il centro benessere, di proprietà della Sateca, dando a tutto questo una valutazione di circa 9 milioni di euro.
Con la riapertura nel nuovo stabilimento si possono effettuare tutte le cure termali tranne quelle della fangoterapia per la non disponibilità dei fanghi attualmente in fase di maturazione e che potranno essere disponibili a partire dal mese di settembre inoltrato. Una decisione avallata anche dal Consiglio regionale che ha autorizzato Fincalabra ad entrare nel capitale sociale della società Terme Sibarite ricapitalizzandola e di permetterle di sottoscrivere con la Sateca la forma di affitto prima e di acquisto successivamente delle strutture sopra indicate di proprietà della Sateca.
Di tutto ciò ne sono soddisfatti i due Sindaci dei Comuni di Acquappesa Tripicchio e Guardia Piemontese Rocchetti che hanno diffuso attraverso gli organi d’informazione la loro piena soddisfazione unitamente a tanta speranza per la soluzione trovata. “L’imminente ripresa delle attività termali – ha dichiarato il sindaco Tripicchio – a cui si sta lavorando concretamente e senza sosta già da qualche settimana, è solo il primo dei tanti e ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati e che, insieme, raggiungeremo. Certamente un buon inizio. L’inizio di una nuova era”.
Con la dichiarazione dei due sindaci c’è stata pure la comunicazione del Presidente Roberto Occhiuto che ha definito, attraverso una nota stampa diffusa dai suoi uffici, la data del 28 luglio, come una giornata importante, che segnerà la ripartenza delle attività di uno dei principali e più apprezzati impianti termali d’Italia, nell’ambito dell’operazione di valorizzazione del patrimonio termale calabrese, portata avanti dalla Regione Calabria attraverso le società Fincalabra e Terme Sibarite.
“Le Terme Luigiane – prosegue la nota – sono la più antica e conosciuta stazione di cura della Calabria, ricche di acque ipertermali sulfuree salsobromojodiche che raggiungono il più alto grado sofidrometrico d’Italia (173 mg/l), indicate per la cura di diverse patologie tra le quali reumatismi e artrosi, malattie della pelle, infiammazioni dell’apparato respiratorio”.
“Non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta”, ha commentato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Dal 28 luglio prossimo uno dei principali e più apprezzati impianti termali d’Italia riprenderà finalmente le proprie attività. Le Terme Luigiane sono la più antica e conosciuta stazione di cura della Calabria, ricche di acque ipertermali solfuree. Un fiore all’occhiello della Calabria – ha concluso – che non meritava di essere abbandonato”.
Di parere contrario rispetto alla soluzione trovata si sono dichiarati i consiglieri di minoranza del gruppo “città del sole” del comune di Guardia Piemonte che in un loro comunicato affermano tutta la loro perplessità ponendosi delle domande precise che fanno vibrare i polsi per il futuro delle Terme e delle comunità residenti in quel territorio dei due comuni tirrenici. “Ci si chiede – dicono i tre consiglieri di minoranza Antonella D’Angelis, Andrea Muglia e Francesco Pietramala – se sarà direttamente la Regione ad avere la titolarità della concessione tramite le Terme Sibarite o saranno i due comuni, come accaduto finora, ad avere questa titolarità? Verrà tolta? Di ciò non si sa nulla e tutto continua a rimanere un mistero. Ricordiamoci che c’è ancora la sentenza del Consiglio di Stato che si aspetta per la fine del prossimo mese di dicembre. Una cosa è certa, il subentro della Regione Calabria denota l’incapacità dei due Comuni nel gestire la situazione termale. E’ incomprensibile – dicono infine i tre consiglieri – la soddisfazione di cui si fregiano. Ma soddisfazione per cosa? Per i grandi danni economici, territoriali e politici? Per la loro incapacità?”.
Si può essere contenti e felici per questa soluzione trovata di riapertura delle Terme Luigiane nella forma sopra descritta dovuta per merito dell’ intervento diretto della Regione? Sorgono diversi interrogativi e perplessità che portano, per effetto dell’attesa sentenza del Consiglio di Stato, come del lungo silenzio della Procura della Repubblica di Paola, dove sono giacenti sulla vicenda diverse denunce e querele, ad esprimere valutazioni di attesa e prudenza.
Ciò che lascia stupefatti per questa vicenda è il fatto che il nuovo Presidente della Giunta Regionale della Calabria, il cui Ente risulta proprietario delle sorgenti delle Terme Luigiane, ha atteso ben otto mesi per convincere i due Sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese a rimettere l’acqua termale, interrotta e deviata nel torrente “Bagni” nel mese di aprile del 2021, nelle condotte in direzione degli stabilimenti di proprietà della Sateca. Un’azienda alla quale ingiustamente, come ha riconosciuto una sentenza del Tar Calabria nel mese di ottobre 2021, è stato tolto il sostentamento di vita, l’acqua, necessaria per poter vivere e gestire la propria esistenza nel modo migliore garantendo servizi di qualità per come ha fatto nell’arco di circa 84 anni di vita ed esistenza.
L’acqua era fondamentale all’azienda per poter garantire tutti i servizi termali ad una clientela ben cosciente delle qualità dell’acqua e dei fanghi preparati dal personale dell’azienda con competenza e professionalità. Una clientela affezionata proveniente per il 60% dalla Calabria, il 35% da altre regioni italiane, il 5% da altri Paesi del Mondo, in particolari europei e finanche dalla Russia, su un numero complessivo di 22/25 mila curanti all’anno per oltre 500.000 prestazioni, frutto del lavoro di marketing e pubblicità che veniva predisposto annualmente dalla dirigenza dell’azienda.
Ma questo non ha trovato attenzione, sebbene sollecitati dal consigliere regionale Molinaro, né nel Presidente Spirlì e neanche nell’assessore Orsomarso, soprattutto essendo un bene pubblico, nel tutelare tale bene senza farlo disperdere nel torrente attiguo e nel Mar Tirreno. Cosa che è accaduto anche nei primi otto mesi di governo del Presidente Occhiuto, finendo con la soluzione trovata di sostentamento di Fincalabra e della disponibilità delle Terme Sibarite, di far chiudere una esperienza gestionale ultraottantenne come la Sateca, peraltro ben governata e difesa per la loro serietà, puntualità ed umanità dagli stessi lavoratori.
Sarebbe bastato al Presidente Occhiuto, che non ha fatto, invitare i due sindaci a rispettare la sentenza espressa dal Tar Calabria di ridare alla Sateca l’acqua mal tolta riconoscendo a questa il diritto di continuare il servizio termale fino a quando le due amministrazioni comunali non avessero individuato un nuovo sub concessionario attraverso una regolare gara d’ impronta europea, come prevedeva un accordo raggiunto dalle parti l’8 febbraio 2019 presso la Prefettura di Cosenza, senza arrivare a trovare questa soluzione astrusa e incomprensibile, senza nesso giustificativo e contestualmente non corretto rispetto alle norme vigenti in materia di “società partecipate” nel nostro Paese, alla luce anche della gravità economica del Paese in questo periodo di forte contingenza economica e finanziaria per effetti pandemici e del conflitto bellico in Ucraina. Né serve giustificare il tutto con l’impegno di costituire un sistema regionale termale che lascia il tempo che trova.
I due Sindaci rigettando l’accordo sottoscritto dalle parti presso la Prefettura di Cosenza alla fine del mese di dicembre del 2020, con atti, regolamenti e delibere comunali, hanno inteso che doveva finire il regime di monopolio esercitato dalla Sateca nella gestione dei servizi termali, grazie alla ricchezza e potenzialità derivanti dalle sorgenti e così è accaduto, costringendo la Sateca, priva del sostentamento di vita (acqua), a chiudere la propria attività di gestione come sub concessionario, ma ripristinandolo questo concetto con l’affidamento della gestione delle Terme Luigine alle Terme Sibarite. Una strana operazione peraltro denunciata dai tre consiglieri di minoranza dell’amministrazione comunale di Guardia, avendo su di sé una spada di Damocle pendente che si chiama “Giustizia” e che potrebbe fare molto male a tutti coloro che hanno gestito negli ultimi due anni questa vicenda a livello comunale e regionale che ha in sé numerose lacune.
Un esempio è costituito dallo stabilimento San Francesco di proprietà comunale che attraverso una riappropriazione forzosa unilaterale effettuata nel mese di febbraio dello scorso anno lo ha portato ad uno stato di inutilizzazione; come le gare espletate per l’affidamento dello stesso, dopo un intervento di ristrutturazione, con il relativo riconoscimento dell’ incarico di sub concessione delle acque termali, da esercitare in tale struttura, sono andate deserte ed addirittura l’ultima annullata per inconsistenza dei meriti di competenza dell’unico richiedente partecipante. Tutto ciò non depone bene rispetto anche ad una frase pronunciata dal Presidente Roberto Occhiuto. “Le Terme Luigiane sono la più antica e conosciuta stazione di cura della Calabria, ricche di acque ipertermali…. Indicate per la cura di diverse patologie tra le quali reumatismi e artrosi, malattie della pelle (che in questo momento non possono essere praticate per il blocco forzato dell’erogazione delle acque), infiammazioni dell’apparato respiratorio. Un fiore all’occhiello che non meritava di essere abbandonato”. Per strano atteggiamento dei suoi predecessori e suo incomprensibile tardivo riconoscimento, di scarsa efficienza nella fase di partenza, se non per una forma di pura pubblicità comunicativa si è arrivati a questa fase considerata certamente non ultima.
F. R.