Cerca i dipinti di Giuseppe Rivera, per molti noto come “el espanoleto”. Delle vere e proprie “chicche” per i cultori della materia. È appena arrivata in Calabria e sa bene che debbono essere custoditi nella Biblioteca Nazionale di Cosenza insieme alle mirabolanti opere di Umberto Boccioni, è lì anche per questo Maria Jesùs Martinez Silvente, docente di arte e vice rettore dell’Università di Malaga. È la prima cosa che fa, Silvente, appena “sbarcata” in Calabria con destinazione Rossano dove nel fine settimana dirige una mostra-provocazione ideata dall’associazione “Otto Torri sullo Jonio” (diretta da Lenin Montesanto) che punta restituire su tela e in presa diretta i cosiddetti marcatori identitari di Calabria attraverso la mano dell’artista Santiago Ydáñez, il pittore “cacciatore di sgaurdi”. È un progetto più complesso, con l’associazione “Otto Torri sullo Jonio” al centro. Itinerari mai solo estetici e mai soli introspettivi a caccia di marcatori identitari calabresi, timbri identificativi contro la dispersione del patrimonio conterraneo anche e soprattutto sul piano intimo e culturale. Silvente è appena quarantenne, docente di arte e già al vertice di un prestigioso ateneo spagnolo, dove per solito non è indispensabile il confine con l’autosufficienza fisica per fare carriera.
Ha letto, Silvente, si è informata. E chiede di essere accompagnata in Biblioteca Nazionale a Cosenza perché immagina di trovare mirabilie di Umberto Boccioni e Giuseppe Rivera in un contesto istituzionale di prestigio quale è appunto Palazzo Arnone. «Ma non avrei mai immaginato – confessa – di trovarmi al cospetto di una scena simile. Tanto per cominciare biglietteria chiusa, non pervenuta. Non mi sono presentata come docente e ricercatrice, volevo fare il biglietto…». E questo è niente, perché il “meglio” sul piano prettamente artistico viene subito dopo. «Ho chiesto di vedere delle opere di Giuseppe Rivera, più comunemente conosciuto come “el espanoleto”. La risposta però non è proprio del “ramo”. Noi, questo il senso della risposta che traduco, con Rivera conosciamo solo il campione del Milan e della Nazionale, non certo un pittore». Silvente è colpita dalle movenze di Palazzo Arnone ma ammette però che dentro c’è un patrimonio di inestimabile valore. «Sono eccezionalmente colpita dallo stato di “salute” dei quadri. Ottimi davvero, nella Biblioteca di Cosenza ci sono dei tesori».
Già, dei veri e propri tesori. Magari al buio, «sì spesso senza luce». Con biglietteria “non pervenuta” e fine settimana tutto chiuso. Ma dei tesori, questo sì. Mai quanto però il geniale numero 10 dei rossoneri che tra gli anni Sessanta e Settanta ha incantato il mondo del pallone e non solo. Anzi, soprattutto “non solo”..
F.R.