Caro direttore,
succedono fatti strani all’Asp di Cosenza nell’era La Regina e Marchitelli. Strani ma non oscuri, anzi sono chiarissimi.
Brevemente: si svolge un avviso pubblico per il conferimento dell’incarico di responsabile dell’unità operativa complessa igiene urbana sanità animale. La Commissione valutativa assegna l’incarico al dr. Achille Straticò. Su ricorso della d.ssa Tiziana Bonofiglio il Tribunale di Cosenza annulla la gara perché «è documentalmente provato che: 1) alla ricorrente sono stati attribuiti punti n. 2,40 per “corsi di formazione semestrale/annuale” per i n. 6 corsi valutati a fronte di punti 3,20 spettanti in relazione ai n. 8 corsi indicati nel curriculum (all. 2 fasc. ricorrente), con conseguente mancata attribuzione di punti 0.80; 2) alla ricorrente sono stati attribuiti 0,60 per “incarico di insegnamento universitari” per n. 1 incarico valutato a fronte di punti 1,80 in relazione ai n. 3 incarichi di insegnamento indicati nel curriculum, con conseguente mancata attribuzione di punti 1,20; 3) alla ricorrente non è stato assegnato alcun punteggio per “attività e ricerca” a fronte di n. 6 attività indicate nel curriculum, con conseguente mancata attribuzione di punti 3, tenuto conto che per ogni attività era attribuito il punteggio di 0,5.
Avuto riguardo alla circostanza che alla ricorrente è stato attribuito il punteggio complessivo di punti 63,25 (all.13), laddove alla stessa fosse stato attribuito il corretto punteggio spettante per “corsi di formazione semestrale/annuale” (punti 3.20), per “incarico di insegnamento universitari” (punti 1,80) per “attività di ricerca” (punti 3) – e quindi complessivamente punti 5 non assegnati – ella si sarebbe collocata al primo posto della graduatoria totalizzando punti 68,25 a fronte di punti 66,25 attribuiti al dr Straticò, sul quale è poi ricaduta la scelta del candidato cui affidare l’incarico» e ordina la rinnovazione della gara «nel rispetto dei medesimi criteri utilizzati per la formazione della graduatoria».
Chiaro cole il Sole.
Ma non per La Regina e i commissari da lui nominati per la rinnovazione della gara dal momento che sembra che questi, ai criteri indicati dal Tribunale, ne vogliano aggiungere un altro, non considerato nella graduatoria annullata, scovandolo sempre in favore di Straticò in modo che quest’ultimo possa – come deve – risultare sempre primo.
Morale della favola: a Cosenza si può fare ciò che si vuole, anche rivolgersi al Tribunale, vincere le cause ed avere finanche dal Giudice la precisa indicazione dei criteri violati e degli errori (si fa per dire…) commessi.
Sì, tutto quello che si vuole ma alla fine, i cittadini ed i giudici non contano assolutamente nulla.
Conta solo la politica, quella che briga e decide, e che – come appare evidente nel caso di specie – è interessata non al servizio, all’efficienza e alla legalità, ma solo alla occupazione dei posti. E se intervengono i Tribunali, loro, con impudenza pari alla protervia, decidono che le sentenze sono carta straccia…
Un cittadino di Cosenza assediato (anche) dai cani randagi…
Abbiamo atteso un po’ prima di pubblicare integralmente questa lettera (con ducumenti allegati) che ci è stata fatta recapitare. Un’attesa consueta che si poggia su due semplici ragioni che poi sono complementari.
Per principio non amiamo dare spazio a lettere o denunce autografate con nomi evidentemente di fortuna, inventati (non lo abbiamo messo del tutto anche se pure stavolta c’è). E poi perché le controversie individuali, corpo a corpo tra privati cittadini che rivendicano il loro posto o i loro diritti crediamo siano più materia di aule di giustizia che non di risonanza mediatica.
Esattamente il contrario invece rispetto a quello che abbiamo appurato in questo caso, ecco perché la pubblicazione della lettera che sarà anche anonima nel suo autografo ma più che reale e “pubblica” nel suo contenuto. E negli scenari evolutivi che evoca.
Il posto conteso a colpi di sentenze (non applicate o in parte disattese) del Tribunale di Cosenza non è propriamente un dopolavoro ferroviario. E non vale solo per lo stipendio che sarà assegnato al responsabile “dell’unità operativa complessa igiene urbana sanità animale”, altrimenti ci avrebbe coinvolto poco. Ma vale quanto pesa in termini di igiene e sanità pubblica (il monitoraggio e la custodia dei cani randagi in provincia di Cosenza) e in termini di quattrini. Sì, di euro. Certamente non pochi perché abbiamo idea piuttosto fondata che anche dietro questo angolo di regnanza Asp si nasconda l’ennesimo potenziale business.
Sul territorio incidono una decina scarsa di canili per un monitoraggio e custodia al momento di un migliaio di cani randagi, canili tutti gestiti ovviamente da privati. Ogni cane randagio costa all’Asp 3 euro al giorno, un costo complessivo per tutti i canili di circa 100mila euro al mese di risorse pubbliche. I cani, sulla carta, non dovrebbero restare per più di un paio di mesi in custodia nei canili, debbono poi andare in affido ovviamemte a seguito di attività di impegno e di pubblicizzazione. Ma se in affido poi non ci vanno, o magari nessuno sa che ci sono dei cani da “adottare”, restano giustamente nei canili ma non gratis, sempre a 3 euro al giorno potenzialmente sine die perché non si può certo alimentare il randagismo. Bene. Non è difficile immaginare che c’è qualcuno in questa partita che “tifa” perché non vengano affidati i cani, o affidati il più tardi possibile. E al vertice del “regno” di questa faccenda, la poltrona più alta nell’Asp anche se formalmente è poi sempre il commissario straordinario che risponde, c’è proprio la poltrona contesa a suon di sentenze non applicate o in parte disattese.
Ecco perché tutto è fuorché anonima e priva di interesse pubblico la lettera che abbiamo deciso di pubblicare…
d.m.