Per un avvocato ottenere l’assoluzione del suo assistito con la formulazione che «il fatto non sussiste» è qualcosa di più che una semplice vittoria processuale. Se poi l’assistito era presidente della Regione al momento delle restrizioni subite e se poi, sempre grazie a questa irruzione della procura di Catanzaro, i giochi elettorali dell’immediato futuro sono andati inesorabilmente preclusi per lui allora sì che il commento dell’avvocato Enzo Belvedere diventa leggermente (e comprensibilmente) irrituale a proposito dell’assoluzione di Mario Oliverio.
«È stato assolto – commenta Belvedere – per una misura cautelare che l’aveva colpito proprio nel momento in cui era presidente e aveva avuto un provvedimento cautelare restrittivo. Oggi il gup ha detto che «il fatto non sussiste» assolvendolo con la formula più ampia. Oliverio ovviamente è molto soddisfatto perché da questa assoluzione nasce il riscatto rispetto al danno alla sua immagine, tant’è che la segreteria romana proprio a causa di questo processo non aveva voluto ricandidarlo. Non meritava questo trattamento dopo tanti anni di politica».
«Dopo giornate di dolore arriva una notizia che mi rende felice. Mario Oliverio è una persona perbene ed io non ho mai avuto dubbi su di lui, sin dall’inizio di questa vicenda». Così invece Giuseppe Aieta, consigliere regionale, sempre commento dell’assoluzione dell’ex presidente della Regione Calabria, coinvolto nell’inchiesta “Lande Desolate”, assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. «Sono felice per Mario che, dopo tanto tempo, riacquista un po’ di quella serenità che in questi mesi gli è stata strappata via. Sono sempre stato più che certo della trasparenza e del rigore della sua condotta e la sentenza di oggi rende giustizia al suo percorso umano e professionale».
I.T.