Un “assegno” da Roma per il dissesto di Cosenza e poi parliamo di città unica…»

Il sindaco Franz Caruso nel corso di un incontro organizzato dal gruppo "Cosenza cresce insieme" guidato da Bianca Rende: ho ereditato centinaia di milioni di debiti e ora li si vorrebbe far "piangere" ai cittadini di Rende e Castrolibero? L'incrocio dell'ospedale a Vagliolise

«Come è accaduto per Reggio, per Catania guidata all’epoca dall’amico di Berlusconi Scapagnini. Se davvero in Regione sono convinti di avere un governo “amico” allora che si facciano staccare un “assegno” per il dissesto ultramilionario di Cosenza, che naturalmente non abbiamo provocato noi. Quasi 300 milioni di dissesto e stiamo qui a parlare di città unica e con queste modalità? E come facciamo a spiegare ai cittadini di Rende e Castrolibero che gli facciamo pagare i debiti mostruosi della città di Cosenza? Questo debito mostruoso solo il governo centrale può sanarlo».

Franz Caruso, sindaco di Cosenza, rilancia dalla città unica “all’assegno” unico. L’occasione è di quelle ghiotte, griffate, delicate e ambiziose perché l’incontro nel salotto della città non è organizzato né per caso né con motivazioni a caso. E né, ovviamente, da improvvisatori o distruttori di ponti semmai il contrario perché Bianca Rende e Francesco Luberto (gruppo consiliare “Cosenza cresce insieme”) nella locandina stampano una prospettiva. “Città unica, un percorso per crescere insieme”. Quindi apertura al dialogo, alle opinioni differenti, nessuna preclusione e semmai una sfida da cogliere quella del municipio unico. L’impianto e le movenze dell’incontro sono chiare e Bianca Rende, del resto, non fa nulla per nascondere il suo intento, mettersi al centro e in forma costruttiva tra chi dice no chiudendo gli occhi e chi dice sì chiudendoli due volte. Capire, quindi. Analizzare. A partire da un sentore comune. Il modus operandi della maggioranza regionale in consiglio non va bene e Luciana De Francesco, presidente della commissione Affari istituzionali che inizia proprio adesso le sue audizioni, incassa e sa incassare. Non rinunciando però a tenere il punto e cioè che la maggioranza andrà avanti sulla strada della riforma della legge del 2006. Quindi percorso al contrario e non più delibere dei Comuni adottate dalla Regione ma esattamente all’inverso. Fino ad ammettere, però, che seppure il referendum è solo consultivo se dovesse bocciare (ci si augura dopo la presentazione dello studio di fattibilità) la città unica la Regione non potrà che tenerne conto.

Il parterre è economico nella sua veste confindustriale e sindacale. Politico e amministrativo con le esperienze di Corigliano-Rossano e Casali del Manco. Ma va da sé che la “messaggistica” più incisiva è al sindaco di Cosenza che è affidata. Gioco o forza. E dopo “l’assegno” da Roma come unica trattativa per cedere sulla città unica ecco la seconda negoziazione possibile. L’ospedale nuovo che, secondo Caruso, «non potrà mai sorgere ad Arcavacata. Faremo le barricate su questo. Tutto è predisposto per Vagliolise, non può alzarsi un dirigente della regione e mescolare le carte. È inammissibile. E poi, che scelta è Arcavacata in mezzo al traffico di 30mila studenti…Cosenza senza la nuova Annunziata in un punto strategico come Vagliolise muore del tutto, dopo essere finita sotto un macigno con 300 milioni di debiti sopra…».