《Occhiuto dica da che parte sta, con o contro i calabresi…》

Il capogruppo Pd in consiglio regionale, Bevacqua: autonomia differenziata, ponte sullo Stretto e "annuncite" in sanità, siamo certi che la Calabria ha bisogno di questo?

«In Calabria c’è qualcosa di nuovo che bolle in pentola. Non è retorica, è un inedito. Per certi aspetti si può dire che non si pesca più nel torbido, nell’indistinto. Ci sono posizioni politiche e sociali nette, percettibili. Su cose pratiche e di rilevanza enorme. Anche la Chiesa e i sindacati sono scesi in campo in modo molto evidente…».
Per anni al capogruppo Pd in consiglio regionale Mimmo Bevacqua (suo l’incipit) è stato in qualche modo “rimproverato” d’aver sempre prediletto la linea della morbidezza nei confronti della maggioranza di governo di centrodestra. Regnanza in Cittadella compresa, «non sono mai stato timido o prono verso questo governo regionale, basterebbe seguire i consigli regionali o semplicemente leggere le agenzie di stampa per capire che ci siamo e come sulle tematiche. Altra cosa ê il mio modo di essere e di stare in campo, non ho nemici ma avversari dall’altra parte». Oggi però i temi scaldano cuori e decibel e la musica, anche per Bevacqua, pare essere cambiata anche se lo status da “britannico” a Palazzo non cambia «non fa parte di me aggredire l’avversario politico o scendere a livelli infimi di comunicazione, mi occupo di questioni pratiche io, di temi fondanti per la società calabrese e non credo sia utile perdere il controllo specie se si proviene da una cultura csttolica democratica come la mia».
I temi caldi però restano e sono in crescendo…«Assolutamente sì, e preoccupano. Per questo registro con termini di positività l’ingresso in campo di Chiesa e sindacati. Così come percepisco un clima diverso in giro, di presa di coscienza e di nettezza. Della serie, a centrocampo non si può vincere più questa partita, la partita dei calabresi. È l’ora delle scelte chiare anche perché il tempo, e il Pnrr, stringono. E la cinghia di restringe. Anche Roberto Occhiuto deve decidere una volta per tutte da che parte stare…». Le sembra che non l’abbia fatto? È imperante nel centrodestra in Cittadella regionale e con ottimi uffici nel destracentro del Paese. Non le basta? «No, per niente. Perché conosco Roberto e so bene quanto sia moderato e “democriastiano” anche lui e quanto sia in ogni caso attaccato a questa terra. Ma i compagni di viaggio di tendenza politica rischiano di consegnare la Calabria nelle mani nemiche del suo destino. L’autonomia differenziata e la predilezione per il ponte sullo Stretto, argomenti nelle mani propagandistiche di Salvini, così disegnati sono l’esatto contrario di quello che necessita alla Calabria. E allora cosa vuol fare Roberto Occhiuto? Da che parte decide di stare? Dalla parte della Calabria e dei calabresi o dalla parte del cerchio magico di Calderoli, Salvini, Giorgetti, Marta Fascina, Giorgia Meloni e Lollobrigida? Ma è così difficile ammettere che l’autonomia differenziata vuol dire, volgarmente, che ogni regione deve arrangiarsi con quello che produce in termini di Pil e la Calabria, non solo per colpa sua, è tra le regioni più povere d’Europa? Chi paga la salute dei conterranei con l’autonomia differenziata? Per non dire del ponte. Un fantomatico mega investimento, con tanto di sprechi colossali, per collegare due “deserti” perché le viabilità ferroviarie e stradali di Scilla e Cariddi sono da terzo mondo. A Salvini può bastar questo, la propaganda. Ma a Roberto Occhiuto può bastare? Va a letto tranquillo da calabrese lo stesso la sera? La difende o no con autorevolezza questa terra?».
Non mi dica però che ora la sanità in disarmo, quella calabrese, è a futura memoria nel senso che troverà origine nell’autonomia differenziata…«Ma certo che no, ci mancherebbe. I disastri vengono da lontano però attenzione, la politica degli annunci non sta facendo altro che peggiorare la situazione. Un conto è prendere atto dello sfascio più o meno recente. Altro è annunciare urbi et orbi che ora la musica è cambiata, che arriva la rivoluzione quando di fatto, ed è sotto gli occhi di tutti, non s’è mossa foglia da quando s’è insediato il nuovo governo regionale. Solo annunci, e probabili nuove cattedrali nel deserto perché non è affatto chiaro per esempio a che punto è il Pnrr sulla sanità. Nessuno indica con esattezza come si spenderanno questi soldi, quanti sono e per fare cosa. Gravemente malato di “annuncite” il governo Occhiuto anche e soprattutto in materia di salute…». Niente di nuovo sotto il sole quindi secondo lei? «Di nuovo sì, ma in peggio. Guardi Azienda Zero, zero in tutto tranne che per i costi e gli emolumenti. Doveva rivoltare il settore e accentrare tutto, persino sovrintendere al dipartimento cosa che peraltro non piace al Tavolo Adduce che più volte ha bacchettato il commissario. Ad oggi però nessun problema, Azienda Zero semplicemente non esiste. È solo uno spot, uno slogan. Basti pensare che per il progetto di emergenza urgenza ci si è dovuti affidare all’Asp di Cosenza, e questo la dice tutta.. Per non dire della ricognizione del debito, la circolarizzazione delle fatture. Annunciata da un anno ormai. Prima a dicembre, ora differita a giugno. Volete scommettere che si rinvierà ancora? Non c’è niente da fare, non si governa con gli slogan. Se Occhiuto vuole davvero cambiare le cose ci presenti un programma serio e innovativo, denso di integrazione vera tra pubblico e privato che non privilegi di fatto il privato come sta avvenendo ora e come è più o meno sempre avvenuto. Ci illustri come edificare una medicina territoriale al passo con le esigenze dei territori. Questi sono i temi veri per la salute dei calabresi. Il resto sono chiacchiere…». Se coinvolti vi renderete disponibili? «Il Pd lo è sempre disponibile. Siamo a Palazzo per il bene dei calabresi e non per quello delle cordate di potere». A proposito, di quale Pd si sta parlando? «Accetto la provocazione ma è leggermente fuori tempo a mio avviso. Il Pd è uno solo oggi, e ha in segreteria Elly Schlein. Senza alcun dubbio». Non le ho chiesto in qualche modo chi ha vinto il congresso ma chi comanda davvero… «Guardi, anche qui non è più il tempo del torbido ma quello della linea chiara e delle scelte nette. Per tutti. Questo partito con ogni probabilità non avrebbe avuto più vita lunga senza una ventata di freschezza e di novità vera che Schlein ha indubbiamente portato. Guardi gli ultimi sondaggi, tanto per dire. Ho assunto come è noto posizioni congressuali differenti ma il Pd è una comunità, non un Vietnam. Ho fatto il tifo per il suo competitor insieme a tutto il gruppo consiliare, ma non per un altro partito. Oggi tra l’altro s’è realizzata una speciale combinazione nel Pd, non è dato sapere se casuale o no. Il traino della freschezza e della novità anche mediatica al comando, con temi oggettivamente nuovi e affrontati con più franchezza da Schlein. E una ossatura democratica e consolidata, esperta, che la affianca e spesso le sta alle spalle dentro e fuori il Nazareno e nei territori. Nessuna delle due “parti” ha né interesse né voglia di prescindere dall’altra. Non sarebbe per niente intelligente farlo…».

d.m.