Ha chiesto tempo per fare “valigie” fino a fine mese. Il tempo di convincere gli 11 della mega struttura che la “pacchia” è finita e il tempo di convincere se stessa che non si può avere tutto dalla vita, nemmeno le commissioni per discendenza divina. Ma è andata male. Tempo non è stato concesso nemmeno per guadagnare il portone che dà su corso Mazzini a Catanzaro, di fianco Conad e il “caso Conad”. Salita nello studio dell’avvocato e collega in gruppo e in consiglio regionale Antonello Talerico la punta di diamante della neuroscienza alla calabrese, Amalia Bruni, trova seduto il nuovo capogruppo del Misto al posto suo. Già, con Talerico c’è Lo Schiavo e insieme le offrono l’unica cosa passabile che poi non è molto lontana dalla celeberrima offerta di Al Pacino (nei panni del Padrino) al politico esagerato che voleva tutto: niente. Proprio così, «la nostra ultima offerta è niente» risuona nello store del cinema eterno e più o meno questo il senso delle carte che Amalia Bruni trova in studio da Talerico con Lo Schiavo. Sfiduciata da capogruppo prima di arrivare all’ultimo piano del palazzo con affaccio sul “caso Conad” a Catanzaro. Ben lieti di stare tutti e tre insieme, questo il senso. Ma da stasera il capogruppo del Misto è Lo Schiavo.
Metabolizzato lo “schiaffo”, più che Lo Schiavo, Bruni prova a prendere tempo fino a fine mese, ci sono ben 11 anime da convincere che la struttura del capogruppo è neve al sole e c’è da convincere soprattutto se stessa che sono a rischio le commissioni in quota capogruppo. Ma niente da fare. Nello studio di Talerico la salita è da capogruppo, la discesa è fuori dal gruppo stesso perché è nelle scale del rientro che la neuroscienziata ed ex candidata alla presidenza della Regione metabolizza il “salto”. Il passaggio. L’ancoraggio come può farlo una scialuppa in mare aperto e in tempesta. Il Pd.
«Ho deciso di re-iscrivermi al Partito democratico e quindi aderire al gruppo consiliare del Pd lasciando quello Misto. La mia è naturalmente una scelta politica e un ritorno a casa» manda in stampa a commento Amalia Bruni. «Gli attuali “compagni di viaggio” hanno altre idee politiche e soprattutto altre metodologie per raggiungere gli obiettivi». Omette di dire però che hanno anche altre decisioni già prese. E notificate. La sfiducia da capogruppo. Una postazione che oltreché di orgoglio politico si nutre anche di benefit. Non pochi benefit. Per cui, numero per numero, meglio il Pd che lo studio di Talerico con Lo Schiavo dentro già capogruppo. Hai visto mai che con la crisi del Mediterraneo e degli “sbarchi” poi si finisce per rimanere senza “scialuppe”…
I.T.