Verso il ritorno al voto popolare per le Province

Depositata al Senato una memoria della Corte dei Conti favorevole alla riforma inseguita dal governo. «Risparmio delle indennità irrisorio rispetto agli effetti positivi di un riordino delle funzioni»

A grandi e spediti passi verso il ritorno al voto popolare per le Province, ovviamente comprendendo anche un «riordino» e un recupero totale delle funzioni. La riforma che insegue il governo con il ministro Calderoli è sostanzialmente alle battute finali e nelle ultime ore è stata depositata al Senato una memoria del tutto favorevole da parte della Corte dei Conti. Che oltre a delineare un complessivo e sostanziale vantaggio socio economico con le Province autenticamente legittimate dal voto e dal potere del consenso stratificato va, di sua competenza ovviamente, nel merito dei conti e considera «irrisorio il risparmio delle indennità (una trentina di milioni) rispetto agli effetti positivi di un riordino delle funzioni». Al punto che il ritorno all’elezione diretta nelle Province avrebbe costi «di non particolare significatività».

Il “taglio” del consenso popolare e delle indennità dirette nasce nell’ottica del risparmio generale ma secondo i magistrati contabili, consultati dal governo, non vale il beneficio che ne deriverebbe se le Province recuperassero il pieno e legittimo governo del territorio di loro pertinenza, Con tanto di deleghe e di competenze, ovviamente. La riforma del governo porta infatti «una maggiore legittimazione degli enti di area vasta, che rafforza la loro posizione in un sistema multilivello». Riforma però che per essere completa deve avviare una «riorganizzazione complessiva dei livelli di governo territoriale partendo dal presupposto che la posizione costituzionale delle Province postula una loro effettiva operatività».

La Corte dei Conti quindi promuove senza riserve la riforma delle Province in discussione al Senato che prevede la reintroduzione dell’elezione diretta da parte dei cittadini, non più quindi voto ponderato e di secondo livello. Una “promozione” che consente ai magistrati di definire «irrisorio il risparmio delle indennità rispetto agli effetti positivi di un riordino dell’ente».

F.R.