Sanità, altre (e più rumorose) sberle da Roma…

I conti continuano a non tornare e il Tavolo Adduce censura pesantemente alcuni aspetti dell'operato della struttura commissariale. Dai soldi non investiti correttamente per i Lea, al reclutamento "anomalo" dei medici cubani, al ruolo "strano" di Azienda Zero (che ancora non c'è...)

Se è possibile, e pare proprio sia possibile, è andata decisamente peggio delle altre volte. Un Tavolo Adduce molto pesante, l’ultimo, per la sanità e per il commissario di Calabria perché a differenza del consolidato stupore e dei toni “freddi” ormai ricorrenti quando ci si riunisce sulla salute conterranea stavolta il “Tavolo” è andato di bisturi e non per il sottile. Entrando nei conti, procedure e visione politica della sanità di Calabria.
Almeno tre sberle in pieno viso e una più fragorosa dell’altra a cominciare dalla sostanziale partita di giro, con giochi di prestigio, che non consegnano alla Calabria un avanzo di bilancio “disponibile” ma solo un fittizio saldo “contabile” che non dice nulla. Come accade in banca quando si muovono carte e non soldi. Cioè figura un avanzo che è solo figlio di più soldi arrivati da Roma per i Lea ma non utilizzati correttamente. Già, proprio così, non correttamente finalizzati a migliorare i livelli minimi di assistenza. In attesa di conoscere allora quale è stata la destinazione di questi fondi, il Tavolo non ha queste prerogative, il dato che emerge è che i Lea sostanzialmente non migliorano nel mentre i fondi da Roma perché ciò avvenisse sono stati stanziati. Resiste “strattonando” un avanzo di bilancio ma è “contabile” nella misura in cui non sono state impiegate correttamente tutte le risorse.

L’altra sberla è un remake, a ben vedere. Ha a che fare con il reclutamento dei medici cubani che per forma e contenuto continua a non convincere per niente il Tavolo Adduce, come del resto ampiamente anticipato da “il Fatto di Calabria” nei mesi scorsi. A cominciare dall’esoterica e misteriosa coop cubana che agisce estero su estero quando si tratta di incassare bonifici. Transitando poi, per le vie brevi, alla sostanza e cioè che medici sono stati “importati”? Sono abilitati alla professione su scala Ue? Il Tavolo non va per niente di morbidezza e “consiglia” la struttura commissariale di Calabria a procedere invece per concorsi come Cristo comanda e soprattutto centralizzati. È questa la via maestra secondo i tecnici interministeriali. Non ve ne sono altre e men che meno coop sudamericane che agiscono estero su estero. C’è una importante carenza di medici, è vero e il Tavolo lo sottolinea. Addirittura una lenta e costante emorragia dalla Calabria. Ma la soluzione che il Tavolo detta passa solo e soltanto dall’indizione di concorsi centralizzati.
E qui si arriva alla terza sberla che se vogliamo, proprio perché tutto sommato inedita per come si è presentata, ferisce ancor di più. Esiste, cosa fa e cosa dovrebbe fare Azienda Zero? Perché al momento non esiste e ha un costo, prima anomalia. Ma pure se esistesse e fosse in funzione, solleva il Tavolo, non farebbe che raddoppiare e non risolvere il problema perché i tecnici rilevano sovrapposizioni insostenibili con la struttura commissariale. Della serie, se deve far tutto Azienda Zero (che al momento non fa niente) che compiti avrebbe il commissario nonché i commissari di Asp e ospedali? Pericolosa e come minimo fuorviante sovrapposizione di ruolo ma per “fortuna” è questo al momento un falso problema. Decapitato all’origine perché Azienda Zero c’è ma non c’è. Esiste, e ha un costo, ma non si vede perché non opera eccezion fatta per il suo dominus, Profiti. Lui sì che è impegnato ma in Liguria però dove il governatore vuole rinnovargli il contratto di super consulenza. Che nel frattempo ha pure da queste parti, certo. Ma nell’attesa che qualcuno gli dica che fare il tempo quantomeno glielo occupa Toti…                                                                                                                                                                                                                 I.T.