Rispunta lo spettro del conflitto di interessi per Pietro Molinaro

L'imprenditore agricolo potrebbe entrare in consiglio regionale con la Lega se Simona Loizzo farà tappa in Parlamento. Ma non mancano le incognite...

L’imprenditore Pietro Molinaro sta seguendo passo passo Simona Loizzo in questa campagna elettorale. Almeno visivamente è così. Leghisti tutti e due, ovviamente. La prima consigliere regionale e con un piede e mezzo prossima deputata e il secondo gran candidato a prendere proprio il posto di Loizzo in consiglio regionale dal momento che si era piazzato alle spalle dietro le urne per la Cittadella.
Se così dovesse andare si rievocherebbe l’annoso spettro del conflitto di interessi per l’imprenditore Pietro Molinaro.
Una vicenda complessa, datata nel tempo.
Molinaro, all’epoca dei fatti a capo della Coop Cozac, a quanto risulta deve ancora restituire alla Regione Calabria e quindi ai calabresi l’imponente somma di euro 1.124.072,92 che, secondo la Regione Calabria, sarebbero stati indebitamente percepiti come finanziamento concesso tramite i bandi legati al Pfr nell’ambito della programmazione 2007/2013. Il tutto a seguito di un complesso procedimento ispettivo congiunto (Regione-Guardia di Finanza) in merito ad un finanziamento che la coop ha ottenuto dalla Regione per la produzione di salumi calabresi con carni calabresi che però, secondo la Cassazione, inequivocabilmente sono stati invece prodotti con suini olandesi. Revoca del finanziamento e intimazione alla restituzione della ingente somma che a sua volta non è mai stata revocata e questo nonostante il tribunale di Cosenza abbia chiuso positivamente per Molinaro l’aspetto penale della vicenda. In pratica i giudici non hanno riscontrato reati penali diretti per Molinaro contro il quale però pende a tutt’oggi la revoca e restituzione di più di un milione di euro da parte della Regione. Altro è poi chiedere perché ormai da Oliverio a Santelli passando per Occhiuto nessuna delle stagioni di governo sia andata forzatamente all’incasso della cifra stessa, rendendo esecutiva la revoca e la restituzione stessa. Pende in ogni caso, e da anni ormai, un “conflitto”, una “lite” tra Pietro Molinaro e l’amministrazione della Regione. Può essere sufficiente per la sussistenza di un clamoroso conflitto di interessi se lo stesso Molinaro dovesse diventare consigliere regionale e quindi, pro tempore, dipendente della Regione stessa? Difficile pensarla diversamente…