«Oggi il Paese non ha i soldi per pagare le bollette alle imprese e alle famiglie e si chiede a Draghi, col cappello in mano, di trovare una soluzione. Solo che Draghi nel frattempo è stato mandato a casa da Salvini e Berlusconi con la complicità di Conte e del Movimento Cinquestelle. In queste condizioni era impossibile far gara unica tra Pd e Cinquestelle, impossibile. Rimane comunque il fatto che i nostri avversari sono altri e sono le destre e la loro deriva populista»
Irto, non è proprio così. Siete come minimo avversari in questa campagna elettorale…
«Avversari non vuol dire nemici. Condividiamo uno strato importante dell’elettorato e poi anche una visione sociale dell’economia. I veri avversari stanno dall’altra parte, è la destra il “nemico” da battere e lo dico nell’interesse del Paese e degli italiani. Io ho paura di un premier che va a trovare Orban…».
Sì però i Cinquestelle candidano in Calabria, a differenza vostra, due star della magistratura e picchiano su moralità della politica e reddito di cittadinanza. Si prendono il lato “sinistro” del campo, del vostro campo…
«Non è così, non mi convince questa analisi. Sul reddito di cittadinanza noi diciamo che va mantenuto e rafforzato. L’obiettivo principale deve essere quello di aumentare l’occupazione e rendere giusti i salari, poi si deve lavorare a misure di sostegno economico efficaci per chi non riesce ad arrivare a fine mese. Occorre elaborare un piano straordinario per l’occupazione all’interno del quale i sussidi economici siano indispensabili correttivi, ma non certo strumenti per rinviare gli interventi non più rinviabili sul mercato del lavoro.
E poi che vuol dire che candidano due star della magistratura? Mica chi non è magistrato deve chiedere scusa sul versante dell’eticità. Esiste la politica, che è l’attitudine sociale più nobile e prestigiosa. Esiste la mediazione, esiste l’esperienza, esistono i partiti e il Pd è il più sano dei partiti italiani e quello che offre più garanzie democratiche di tutti ed occupa da anni il campo sinistro del campo come dice lei, senza improvvisazioni e incoerenze».
Però l’elettorato ha “sete” di giustizia, due magistrati fanno presa dietro le urne…
«Anche gli elettori del Pd hanno “sete” di giustizia ma credono nella politica. E proviamo a conquistarne anche altri di elettori. Sete di giustizia vuol dire sperare e credere nell’impianto giustizia il più sano e celere possibile. E soprattutto che chi sbaglia paghi »
Stoccata contro i mega blitz?
«Ma sta scherzando? Gratteri e Bombardieri sono 2 “eroi” per la nostra terra. Se coltiviamo ancora la speranza di poter vivere in una regione “libera” lo dobbiamo anche a loro e al loro lavoro. Detto questo le procure fanno il loro, altro lo fa il gip, poi il Riesame e poi ancora la Cassazione. È l’impianto che funziona, non un pezzo solo. Questa è la giustizia e questa giustizia difende il Pd senza preconcetti e valutando tutto nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza che spesso viene dimenticato».
Quindi nessuna polemica e nessun caso Gratteri?
«Assolutamente. Tutto inventato dai nostri sterili detrattori. Guardi, quando un magistrato è in prima linea al suo fianco troverà sempre per primo il Pd. Sempre. Gli altri li rintraccerà a convenienza…».
Ma perché tanto silenzio attorno alla questione morale in Calabria? Neanche il Pd l’affronta a voce alta…
«Non è così. Noi non ci siamo mai tirati indietro, al contrario. Non abbiamo nessuna paura con nessuno di affrontare a viso aperto la questione morale. Anzi crediamo che risolvere la questione morale e difendere il principio di legalità sia fondamentale per dare una speranza di sviluppo alla nostra terra».
Secondo lei c’è un voto “inutile” quello non dato a voi nel contrasto alla destra?
«Non mi permetterei mai, io sono un democratico vero. L’elettore è libero e ogni voto non è mai inutile. Le dico di più, mi auguro con tutto il cuore che i Cinquestelle abbiano completato quel percorso di maturità indispensabile, abbiamo visto quello che è successo in questi anni con pattuglie come minimo “disorientate” a Roma. Dopo di che però io sostengo il Pd e consiglio il Pd. Lo consiglio al Paese, non solo per questioni elettorali. È l’unica forza che non perde la testa, che non sbanda tra Putin e Orban, che non tifa contro l’Europa. È un marchio serio il Pd, una garanzia. Conviene a tutti.
C’è ancora un giovane Irto in lei? Pronto per il Senato?
«Giovani si è sempre, o mai. Non conta l’età. Semmai in me non troverà un tipo “eccessivo”, esagerato. Ma non sono un moderato, tutt’altro. Inseguo, senza urlare, la buona ma convinta politica. La nostra gente, la mia gente, ha bisogno di questo. E la sinistra del Paese è matura per affidare al Pd le sue speranze…».
I sondaggi però…
«Guardo i sondaggi come li guardano tutti, ne noto anche i limiti. Però occhio, i giochi veri si fanno nell’ultima settimana perché ci sono almeno 10 milioni di italiani indecisi e tra questi non meno di 2 o 300mila calabresi. Avete visto Meloni mettersi le mani tra i capelli mentre parlava Salvini a Cernobbio? Avete letto di Salvini che propone di levare le sanzioni a Putin? Lo sapete che Meloni in Europa guarda ad Orban, che propone l’abolizione dei parlamenti, e non con Gentiloni? Ecco, io fino all’ultimo non posso credere che gli italiani consegneranno il Paese a queste folli derive. Sarebbe una sbandata quasi letale…».
Ma se tutto dovesse condurre alla sconfitta?
«No, noi puntiamo a vincere e crediamo di potercela fare.»
Domenico Martelli