Per 4 lunghi anni (almeno) tutta la forza lavoro che poteva essere impegnata nella sanità di Calabria in termini di specializzazione sarà costretta a cedere il campo ai medici cubani last minute, e low cost. Nel mentre passeranno comunque mesi e anni per rintracciare la copertura finanziaria necessaria per mettere in corsia almeno loro, i camici sudamericani. Il tutto mentre le singole Asp hanno già avviato convenzioni da “pronto soccorso” con ordini e studi medici privati conterranei.
Ecco servito il “cuba libre” alla calabrese, il protocollo d’intesa organizzato e orchestrato dal commissario Occhiuto con i medici cubani a dar manforte nelle corsie di Calabria (ma non negli ospedali di frontiera né di prossimità). Ma perché proprio ora questo protocollo d’intesa? E perché con Cuba? Qual è il reale motivo? Solo il basso costo dei medici o vi sono altre ragioni “industriali”? Chissà, non è dato sapere. Almeno per ora. Certo è che, allo stato, il Tavolo Adduce non sa nulla del protocollo d’intesa. Non v’è obbligo di pubblicizzazione per principio, c’è quello però di rendicontare investimenti e relative coperture. Sono stati già rintracciati i soldi che poi rientreranno sotto altre vesti e in altri tempi? Questo chiederà a breve il Tavolo Adduce al commissario di Calabria, deve farlo per forza del resto. Altrimenti resta labile il confine tra gli investimenti privati e il danno erariale a cui si sottopone, come spettro, la sanità pubblica e per giunta commissariata.
Né, d’altra parte, mostra di volerne sapere di più il ministero di Speranza (e Stumpo). Rintracciata una piattaforma di inevitabile disponibilità Occhiuto è stato abile a siglare il protocollo cubano previa condivisione con il ministero. Già, proprio così. Prima si fa tutto e poi si concede al ministero l’onore e l’onere della condivisione. Se la sentiranno ora Speranza e Stumpo di “sparecchiare la tavola” a Roberto Occhiuto? Difficile immaginare tanta scortesia…
I.T.