Tocca direttamente al segretario nazionale Enrico Letta chiedere la deroga (da approvare in direzione) per le candidature in Parlamento dei consiglieri regionali. Nulla di trascendentale o di definitivamente ostativo, sia ben chiaro. Ma il Pd le sue regole le mette in ogni caso su carta e a scanso di equivoci anche se si sa che poi ogni regolamento si nutre di eccezioni. Forse è fatto apposta per questo.
In ogni caso nel corso dell’ultima direzione nazionale è stato approvato proprio il regolamento che ha a che fare con le candidature per il Parlamento che al netto della fedeltà e linearità rispetto alle dinamiche della griffe nazionale due piccoli (grandi) problemi li pone. E li pone proprio non capitolo “non possono essere candidati”. E cioè chi non è in ordine con i contributi al partito e chi ricopre la carica di sindaco di città sopra i 20mila abitanti oppure è consigliere o assessore regionale.
«Non sono candidabili: a) coloro che non risultino in regola con le norme che prevedono il dovere degli eletti di contribuire al finanziamento del partito, come da art. 29 comma 2 dello Statuto del PD. Apposita liberatoria dovrà essere rilasciata dalla Tesoreria nazionale del PD relativa agli avvenuti versamenti al PD nazionale e alle strutture territoriali, in seguito alla verifica affidata alla Tesoreria nazionale;
b) coloro che, ai sensi dell’art. 28, comma 3 dello Statuto del PD, come interpretato dall’Assemblea nazionale del Partito Democratico del 14 luglio 2012, abbiano ricoperto la carica di Parlamentare nazionale per più di 15 anni consecutivi, salvo richiesta di deroga da parte degli interessati da sottoporre al voto della Direzione nazionale ai sensi e secondo i limiti previsti dall’art. 28 comma 9;
c) coloro che ricoprono la carica di Sindaco di un Comune sopra i 20.000 abitanti e di componenti degli organismi esecutivi e assembleari delle Regioni, fatta eccezione per le Regioni che si trovino nell’ultimo anno di legislatura e i casi nei quali la Direzione Nazionale conceda, su richiesta del Segretario nazionale, una deroga espressa».
Tocca quindi a Enrico Letta, relativamente a quest’ultimo punto, chiedere la deroga per la eventuale candidatura di consiglieri regionali Pd. I nomi non mancano, è chiaro. Ma si spingerà fino a chiederne una, più di una o nessuna?
I.T