La firma ancora non c’è, l’orientamento sì però. Piuttosto marcato ormai. Fincalabra è ad un passo dall’acquisto degli impianti delle Terme Luigiane di proprietà di Sateca, lo storico e pluridecennale sub concessionario delle acque termali. I soci di Sateca sarebbero orientati definitivamente alla cessione degli impianti per poco meno di 8 milioni di euro, 7,9 per la precisione che poi concide (come cifra) rispetto a quella che lo stesso Occhiuto ha definito qualche giorno fa ultima e più congrua delle offerte possibili da parte della Regione. Ben inferiore, va detto, rispetto a una precedente offerta più o meno pubblica (nel corso di una riunione con Sateca) che lo stesso vertice della Cittadella aveva quantificato in 14 milioni. In pochi giorni un “calo” dell’offerta del 40% e questo perché, secondo Occhiuto, l’advisor incaricato della perizia economico-finanziaria avrebbe “tarato” il valore e lo storico degli impianti in 7,9 milioni di euro. Dopo un iniziale e stratificato malessere da parte dei soci Sateca, al decrescere dell’offerta, nelle ultime ore starebbe maturando invece un “sì” alla cessione definitiva della struttura che passerebbe, tramite Fincalabra, nello stesso “destino” societario delle Terme Sibarite, altro terminal del progetto della Regione di rendere (inizialmente) tutta pubblica la gestione delle terme in Calabria.
Una vicenda complessa e ancora non del tutto chiara, quella della trattativa e della possibile vendita delle Terme Luigiane. Non tanto e non solo per la imponente differenza di retaggio rispetto alle Terme Sibarite, poco quantificabile il valore effettivo delle acque di Guardia e Acquappesa che le università europee collocano al primo posto in termini di salubrità. Quanto, piuttosto, per il futuro stesso degli impianti atteso che la ripresa non è semplice a prescindere da chi sarà chiamato a gestire il flusso (servono almeno 2 mesi). Le acque, giova ricordarlo, sono state dirottate per mesi e mesi in un torrente perché i Comuni, concessionari delle sorgenti, non hanno riconosciuto fino a poco tempo fa sentenze del Tar che imponevano il ripristino della funzionalità negli impianti di Sateca. Negli ultimi giorni il cambio di passo con la presa d’atto delle sentenze del Tar e un clima nuovo e collaborativo tra Sateca e la stessa Regione propietaria delle acque. Cosa sarà intervenuto così da rendere accettabile l’offerta di acquisto che pure è stata vista notevolmente al ribasso? Chissà, mistero (più o meno) fitto.
Certo Sateca, orientata alla vendita alla Regione, dovrà anche un giorno quantificare tutti i danni subiti dall’atteggiamento ostile dei Comuni (hanno dirottato le acque in un torrente pur di non immetterla negli impianti) nonostante più sentenze del Tar imponessero il contrario. E dovrà anche, sempre un giorno, chiedere conto di una gara nuova per il sub concessionario unico che non è mai stata bandita, seppur scaduta da anni.
In mezzo, ovviamente, restano le Terme Luigiane (chiuse per 2 estati consecutive e con questa saranno 3) e resta il grande mistero su chi sarà alla fine a gestire tutte le terme di Calabria. Non certo Fincalabra.
I.T.