Le città banco di prova per il Pd

Federezione provinciale di Cosenza ad una svolta. È nei perimetri urbani che vince Pecoraro, con l'eccezione di Castrovillari...

Sono trascorsi esattamente tre anni da quando Nicola Zingaretti ha commissariato la federazione provinciale del Pd di Cosenza. Un commissariamento inedito: Luigi Guglielmelli viene rimosso perché non in linea con il Nazareno che non voleva ricandidato l’allora presidente uscente della Regione, Mario Oliverio, alle elezioni regionali, che hanno poi registrato il successo della compianta Jole Santelli.
Da allora di acqua ne è passata tanta sotto i ponti. Tutti i ponti. Al comando della più grande federazione democrat della Calabria si sono alternati commissari e subcommissari. Il mandato capitolino era quello di fare piazza pulita. Persino la sede cambia indirizzo da via Macallè si torna al mitico Corso Mazzini 11. Pur di raggiungere l’obiettivo, in questi tre anni, il Pd calabrese è stato sottoposto al martirio e al sacrificio di dover subire due sconfitte alle elezioni regionali. Solo ieri, dopo che nei mesi scorsi si erano svolti tutti i congressi delle altre federazioni provinciali e regionale, è arrivato a compimento il percorso congressuale del partito cosentino. E ciò è stato possibile solo in virtù del fatto che il partito romano e quello del territorio hanno scelto la strada del confronto e dell’ascolto reciproco, mettendo in soffitta ogni tipo di armamento per sfide e lotte politiche interne. Tutto ciò, nonostante quello di Cosenza sia stato l’unico congresso a non svolgersi con una candidatura unica a segretario provinciale e, quindi, con una competizione effettiva tra due contendenti alla carica di segretario. Vincitore e vinto, ad esito congressuale definito, hanno professato impegno unitario ed intenti sinceri per una ripartenza del Pd del nord della Calabria. Una competizione virtuosa, animata da correttezza e lealtà. È stato questo, d’altronde, lo spirito che ha animato le dichiarazioni dello stesso Antonio Tursi, rilasciate anche dopo la registrazione della percentuale bulgara, ben oltre il 75%, che gli iscritti hanno assegnato al neoletto segretario Vittorio Pecoraro.
Il Pd si ripresenta alla sua gente, dunque, con i volti e le facce dei propri dirigenti locali. Non più un partito sotto amministrazione controllata. Nel post congresso ovviamente non si contano i post e i commenti che esaltano le capacità e valorizzano il profilo di Vittorio Pecoraro. E proprio a lui ora tocca il compito di interpretare il nuovo corso, quello della rigenerazione, che Nicola Irto ha dichiarato di voler attuare per il partito calabrese. Entrambi, Pecoraro e Tursi nelle dichiarazioni di questi giorni non hanno fatto mistero della loro consapevolezza in riferimento alle difficoltà che attendono la nuova guida della federazione. Hanno convenuto sul fatto di riaprire i battenti del Pd in tanti comuni della provincia, a partire da dove oggi non si segnala alcuna presenza organizzativa. Non è meno semplice dover provvedere al rilancio del partito nelle città di Cosenza, Corigliano Rossano e Rende e negli stessi centri urbani medio-grandi. Nelle città superiori a 15000 abitanti il congresso si è svolto dappertutto. In tutte le città ha prevalso Pecoraro. Unica eccezione Castrovillari, dove il successo di Tursi in seguito a forti tensioni interne al circolo, viene letto da ambienti del Pollino vicini al Pd, anche come una sconfitta della scelta fatta da Pecoraro di indicare la dirigente locale Francesca Dorato alla guida della lista, a suo sostegno, dei candidati alla assemblea provinciale del partito. Pecoraro avrà dalla sua una maggioranza ampia: l’assemblea provinciale conta sul sostegno di 3/4 dei delegati assegnati. Il giovane ventottenne Pecoraro, però, non fa mistero nel sottolineare a chi gli sta vicino che questa maggioranza, più che per gestire il partito e le sue correnti, dovrà essere impiegata per costruire il “campo largo” tanto caro ad Enrico Letta.
I primi appuntamenti che attendono alla prova Vittorio Pecoraro sono quelli della conclusione dei congressi del Pd di Corigliano Rossano e Rende. In entrambi i circoli si dovrà ricorrere al ballottaggio tra i due candidati più votati domenica scorsa. Nella città ionica sono a contendersi la segreteria Giuseppe Tagliaferro e Franco Madeo, a Rende Anna Maria Artese e Luigi Superbo, rispettivamente assessore e consigliere comunale dell’amministrazione rendese. L’esito dei due congressi non sarà indifferente per poter definire la distanza tra due sindaci di espressione civica, Flavio Stasi e Marcello Manna e il Pd. Saranno, dunque, le città il primo banco di prova per il “campo largo” in versione bruzia.

E.T.