La (finta) chiamata alle armi di Letta

Il segretario nazionale del Pd confessa nel fine settimana conterraneo che queste sono le elezioni regionali più importanti della storia della Calabria. Quelle da non sbagliare. Ma sui social impazza la (ironica) polemica: e fa finta di accorgesene ora? Il caso Cosenza

«Ma se erano così importanti queste elezioni regionali per i calabresi perché Enrico Letta se n’è accorto adesso?». «Bravo il segretario, oggi scopre che è un peccato mortale perdere ma allora perché ci hanno rifilato prima la Ventura e poi la Bruni?». E poi ancora, perché il social anche accreditato ne è pieno, «come mai sono queste le elezioni più importanti della storia della Calabria e come mai il Pd ha deciso di perdere prima di iniziare?».
È impietoso e volutamente maligno il parterre social dietro ogni frase che circonda e accompagna i leader nazionali in trasferta elettorale dalle nostre parti. E da va sé che l’ultimo fine settimana è da archiviare con Enrico Letta, il segretario nazionale del Pd tra Cosenza e Catanzaro e Lamezia. Più o meno consolidato lo slogan a piazze unificate per lui. «Amalia Bruni è l’unica che può vincere da questa parte del campo, le altre sono candidature che non corrono per vincere ma solo per marcare delle differenze, delle posizioni». E fin qui siamo al più classico degli spot contro il cosiddetto voto inutile, quello disperso e dispersivo, pratica tecnicamente anche corretta e tutto sommato non lontana dalla verità. Poi però, a corredo e a corollario, Enrico Letta lascia la Calabria con un messaggio che ai più è sfuggito dai radar. «Queste sono le elezioni regionali più importanti della storia della Calabria». Non proprio uno slogan come gli altri, c’è qualche originalità di sotto. Una tra tutte, perché sono le urne più pesanti per i calabresi? Cosa intende, e che magari non può dire, Enrico Letta? Forse, ma qui siamo noi ad azzardare, che sta arrivando una vagonata inquantificabile di quattrini e il segretario nazionale Pd ritiene che se finiscono in mano avversa sono da considerarsi a rischio? Forse ancora che sente cattivo odore di infiltrazioni criminali dietro la scontata vittoria dell’altra parte del campo?
Chissà cosa aveva in mente Letta quando ha chiamato alle armi il popolo della sinistra e della società civile calabrese. Certo il commento social, anche griffato, non lo ha premiato. Della serie, se ci teneva davvero a vincere perché non ha fatto niente per unire il campo e perché, alla fin fine, ha contribuito a piazzare Amalia Bruni?
Si chiede questo il popolo internauta e fuori esercito del centrosinistra calabrese. Quello che, con ogni probabilità, puntava a vincere e non solo a gareggiare. Che poi è lo stesso che in minima parte anima Franz Caruso a Cosenza, corsa a sindaco contro la corazzata centrodestra e contro le divisioni del suo stesso schieramento. Caruso (Franz) che ha “dipinto” così l’altro Caruso (Francesco): “prestanome” di Mario Occhiuto. Intravedendo una sostanziale continuità. Immaginando (o sperando) che nel centrosinistra sia per tutti una disgrazia questa ipotesi. Ma a “conti” fatti potrebbe non essere così…

I.T.