Beppe Grillo non solo non “protocolla” l’ultimatum di Conte ma a 24 ore dalla conferenza stampa dell’ex premier incolla sul suo blog la vera e propria cacciata dell’avvocato dal Movimento Cinquestelle. Con tre mosse scandite da una dialettica dalla parvenza decisa, come se non avesse mai smarrito il comando delle operazioni. La prima, Grillo non incassa la prova di forza di Conte per la semplice ragione che la ritiene inutile per il Movimento. Della serie, secondo il fondatore Cinquestelle, Conte non è all’altezza e non ha idee e visioni per guidare un Movimento nato in modo rivoluzionario. Quidi statuto seicentesco e approccio verso il potere politico che è tutt’altro rispetto a quello che immagina ancora Grillo. La seconda mossa è tecnica, il riappropriarsi della piattaforma Rousseau sulla quale indire da subito (con il permesso di Casaleggio) l’elezione del comitato dirttivo. La terza è un avvertimento vero e proprio. Nessuno si azzardi a indire altre consultazioni su altre piattaforme in nome e per conto dei Cinquestelle perché si apriranno le porte dei tribunali.
Messa così, è evidente, Grillo sfila il Movimento dalle mani di Conte e sostanzialmente lo allontana, lo fa fuori. Ma leggiamo testualmente il post di Beppe Grillo…
«Mi sento così – scrive Beppe Grillo nel suo blog -: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo.
Ma Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente).
E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.
Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi.
Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco.
Le organizzazioni orizzontali come la nostra – continua Grillo – per risolvere i problemi non possono farlo delegando a una persona la soluzione perché non sarebbero in grado di interiorizzarla quella soluzione e di applicarla, ma deve essere avviato un processo opposto: fare in modo che la soluzione decisa, in modo condiviso, venga interiorizzata con una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti e non di una sola persona. La trasformazione vera di una organizzazione come la nostra avviene solo così.
La deresponsabilizzazione delle persone con la delega ad un singolo nelle organizzazioni orizzontali è il principale motivo del loro fallimento.
C’è un però. Assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l’illusione di una realtà diversa da quella attuale ed affrontarla. Insieme, con i tempi e le modalità giuste.
Come una famiglia, come una comunità che impara dagli errori e si mette in gioco senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla.
Perciò indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau.
Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6).
Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato.
Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050.
Questo aspettano cittadini, iscritti ed elettori.
Una visione chiara di dove vogliamo andare e in che modo.
Il perché, il cosa e il come.
È sempre stata la nostra forza – conclude Grillo – : consentire a tutti di sapere quale sarà il viaggio e accogliere chi è pronto per una lunga marcia».
Cosa farà ora Giuseppe Conte? Impossibile, con questi toni e questi argomenti, un suo riavvicinamento al Movimento. Ha in “tasca” un progetto nuovo ed un nuovo movimento? Ha in mente di gettarlo in posta da subito ancorandolo nel centrosinistra di fianco al Pd? Oppure pensa ad una clamorosa adesione allo stesso Pd, magari entrando in Parlamento in un turno suppletivo in autunno?
Oppure ancora lascia definitivamente la politica?
Sono ore in ogni caso molto complesse. Perché l’asse Letta-Conte, in nome di un’alleanza Pd-Cinquestelle, ha stipulato “contratti” in giro e pure candidature. Come quella di Maria Antonietta Ventura in Calabria, tanto per intenderci. Targata molto Conte, molto Boccia e un po’ Letta. Ma con i Cinquestelle letteralmente fuori dall’accordo ora, perché di fatto Conte è senza il Movimento dietro e agisce a titolo personale. Dietro l’angolo clamorose retromarce?
I.T.