Spirlì “salva” Longo dalla fine di Cotticelli…

 Clima del tutto inedito tra Cittadella e Ufficio del commissario. Il presidente mette l'intero dipartimento a disposizione del “super poliziotto” creando le (migliori) condizioni per lavorare in serenità. Sbaraccando “fuori dal tempio” tentativi di “infiltrazione” nell'Ufficio con nuove “Marie” (stavolta al maschile) pronte a prendere il sopravvento...

Non 25 unità di personale da affiancare al commissario alla sanità Longo, così come prevede il nuovo decreto Calabria. Ma tutto il “cucuzzaro”, giusto per parafrasare la filastrocca. Un intero dipartimento Salute a completa disposizione del super poliziotto siciliano. «Circa 130 unità di personale, di cui 27 dirigenti, sia interni che in utilizzo». Un esercito, imponente per numeri ma soprattutto per esegesi, per simbolo. Non una porta aperta e dialogante tra Cittadella e commissario. Ma un’unica “casa” dove far sentire più che ospite il numero uno della sanità di Calabria. Ha giocato di fino e di sostanza Nino Spirlì. Sa bene che sul terreno viscido della salute può giocarsi una partita inattesa, esaltante. Quella di lasciare il segno proprio laddove hanno fallito tutti gli altri (ovviamente senza inserire nel triste elenco chi ha dovuto drammaticamente abbandonare il campo…). Chi l’ha detto che il commissario alla sanità è un intruso e che va trattato con diffidenza se non persino con ostilità dalla Cittadella. Spirlì, con l’ultima delibera di giunta, lo ha fatto entrare dalla porta d’ingresso principale ma non lo ha fatto “gratis”, a perdere. Lo ha fatto di fino e per almeno tre ragioni confermando una versione della sua regnanza che sta ogni giorno di più sorprendendo per lucidità. Per tre ragioni, dicevamo. La prima si chiama proprio Longo, il commissario catapultato dopo la tragicommedia di chi è scappato dall’Ufficio, o cacciato o invitato ma senza moglie al seguito. Longo ha convinto e da subito nelle sue prime movenze. Per serietà d’approccio e umiltà e il dato non deve essere sfuggito a Spirlì che ha iniziato a stringere con lui un rapporto franco e leale. Non solito da queste parti e in uffici così insidiosi. La seconda ragione è nel retro della confezione della prima. È così apprezzato Longo e vanno così di sintonia con Spirlì che, opinione stratificata questa e obiettivo di tutti e due, questa deve e può essere l’ultima stagione commissariale in Calabria. Della serie, lavoriamo così bene e sodo e nella stessa direzione al punto da uscirne. Se non siamo ad una specie di “rivoluzione copernicana” nei rapporti tra Cittadella e commissario poco ci manca e non occorre andare molto a ritroso nel tempo per far paragoni con vere e proprie “guerre civili” tra i due uffici. La terza ragione corrisponde esattamente a quello che separa le buone intenzioni e i buoni propositi dalla realtà, dalla concretizzazione. Anche Jole Santelli aveva un ottimo rapporto con Cotticelli, almeno quasi fino all’ultimo perché con la rete oncologica le frizioni non sono mancate. Ma Jole Santelli non ha mai potuto conoscere per davvero la direzione che prendeva la “vela” dell’Ufficio del commissario perché non poteva bastare dialogare con il generale dal momento che a governare la “stanza” è sempre stata “Maria” Crocco, spesso e volentieri anche all’insaputa dello stesso Cotticelli. Ed eccola la terza (forse la prima) ragione che sta alla base dello spiegamento di forze trasparenti che Spirlì mette a disposizione del commissario Longo. Impedire sin da subito che altre “Marie”, altri vicecomandanti in capo (con “amici” al seguito) potessero mettere la mani nell’Ufficio all’insaputa o nonostante Longo. Condizionando percorsi ben prima che il commissario ne conoscesse la forma. Più d’uno è convinto che la nuova “Maria”, al maschile, era già pronta a fare da vice e poi sostanzialmente da “capo”. Si tratta del professor Ettore Jorio, griffe conosciuta nell’ambiente che da anni ormai aspira (o qualcuno vorrebbe che approdasse…) a far da numero due del commissario, che poi significa comandare l’Ufficio con tutto quello che ne viene appresso. Lo spiegamento di forze della Cittadella che Spirlì mette in campo e schiera a fianco di Longo scoraggiano, al momento, che nuove “Marie” possano condurre Longo a far la stessa fine di Cotticelli, commissario sostanzialmente a sua insaputa. E in qualche modo incoraggiano il dipartimento a fare sul serio e senza alcuna ostilità nei confronti dell’Ufficio. E qualcuno giura che anche Bevere, manager sopraffino e di indubbie qualità, alla fine non trovi con questo clima nuovo più linfa per incidere, per metterci del suo. Ingeneroso parlare di uscita dal letargo ma non sono pochi quelli che lo hanno “fotografato” così…

I.T.