Solo il brillante Flavio Stasi un giorno potrà dire chi davvero ha “soffiato” sul collo della sua ipotetica candidatura a presidente della Provincia di Cosenza. E solo il sindaco di Corigliano-Rossano sa bene perché l’unico modo per guadagnare tempo e risorse “politiche” era quello di provare a rinviare il voto per la presidenza della Provincia di Cosenza, fissato da Franco Iacucci per il 7 di febbraio. Il resto era solo mettere assieme qualche codice fiscale in grado di intestarsi il ricorso al Tar anche perché, dall’altra parte del campo (si fa per dire) anche il centrodestra voleva ottenere lo stesso risultato, gettare la palla in calcio d’angolo e spostare più in lù le urne con il voto “ponderato”. Per una ragione molto semplice, nonostante la prosa d’ufficio. A dispetto delle apparenze non tutti i partiti, anzi uno solo, hanno spinto per la candidatura di Rosaria Succurro, sindaco di San Giovanni in Fiore con ascendenze nel retaggio di Forza Italia. Ma né dalle parti della Lega né, soprattutto, da quelle di Fratelli d’Italia si sono “udite” bottiglie di spumante stappate al sol nome di Succurro sicché, per provare a tessere pace e trame, il rinvio del voto era l’unica soluzione. Della serie, s’è spostato il voto per le Regionali e perché mai si dovrebbe tenere quello per le Provinciali? Che il Covid insomma provi a salvare destra e manca, la linea di convergenza s’era fatta inevitabilmente trasversale. E provi a salvare tanto le aspirazioni di Succurro (o la sua rassegnazione) ma anche i progetti tutti politici di chi nel cuore del centrosinistra ha soffiato sul collo di Flavio Stasi. Per un’altra ragione molto semplice però, immaginando di anticipare il senso del Tar che ha confernato il voto e che nel merito ci entrerà 2 giorni dopo, le urne “ponderate” invece si apriranno. Perché al voto per le Provinciali ci andranno solo i sindaci e i consiglieri comunali, circa 1800 anime la platea. Che alla spicciolata non rappresentano assembramenti potenziali, a meno che non siano da intendere tali ogni riunione di consiglio comunale sparsa in giro, o di commissione, o di partito. Non sono urne “popolari”, questo il senso. E la relativa campagna elettorale è, ovviamente, solo per addetti ai lavori. Da qui il voto al 7 febbraio che si terrà certamente, poi nel merito 2 giorni dopo si pronuncerà il Tar ma è chiaro che avendo fissato la data post mortem è presumibile che non dovrebbe incidere sull’esito.
Già, sull’esito che non c’è nel senso che a tutti gli effetti si può già “sentenziare” che sarà nuovamente Franco Iacucci il presidente della Provincia. Allo scoccare di mezzogiorno, ultima ora possibile per presentare le nomination, c’è solo il suo nome in campo con più di 700 firme a sostegno. Il voto del 7 febbraio poi non è a maggioranza assoluta ma solo relativa per cui può anche non votare nessuno degli aventi diritto e farlo solo Iacucci, per se stesso, conclamando la sua vittoria. Paradossi di una tornata elettorale provinciale (la provincia più grande) che ha già detto tutto nel suo formalismo iniziale. Poi, però, c’è tutta la partita politica da decodificare dietro le quinte. Con tanti perché che sono e restano appesi. Il primo, perché attorno al brillante Flavio Stasi non s’è riusciti a creare un consenso politico adeguato al punto che s’è puntato solo “all’armiamolo e facciamolo partire”? Quale era e da chi gerenato il progetto politico alternativo e tutto interno al centrosinistra cosentino e regionale? Qualcosa di nuovo o di già conosciuto? E dall’altra parte del campo (si fa per dire): a quando la resa dei conti tra Forza Italia e gli alleati? Se la nomination per le Regionali tocca agli Azzurri perché Succurro ha provato a prendersi pure la Provincia? Il Covid, a ben vedere, non è riuscito a “salvare” né Stasi (e chi ha soffiato dietro di lui) né le ansie da prestazione degli Azzurri cosentini che attorno a Palazzo dei Bruzi hanno impiantato il quartier generale.
«Il mio mandato è arrivato al termine – commenta Franco Iacucci nella giornata che sentenzia il voto e la sua ri-vittoria – ed è giusto che si voti per decidere se possa o meno continuare il cammino intrapreso fino ad oggi anche per continuare a dare stabilità e forza all’Ente. Ecco perché ho deciso di indire le elezioni per il rinnovo di presidente della Provincia. Elezioni di secondo livello, con 1804 amministratori aventi diritto al voto, che si svolgeranno nel rispetto di tutte le normative anti-Covid.
Il lavoro fatto sul campo e il dialogo avuto con gli amministratori di tutta la provincia di Cosenza sono confermati oggi già da un gran risultato: per la prima volta più di un terzo degli aventi diritto al voto ha condiviso la mia candidatura (nel 2017 erano state raccolte circa 330 firme). Una legittimazione che arriva non solo dagli amministratori elettori, ma una conferma della serietà dell’azione amministrativa fin qui svolta giunge anche dalla sentenza del Tar che, rigettando l’istanza di rinvio delle elezioni, ha ritenuto di confermare la validità del procedimento elettorale».
I.T.