«È una sentenza del tutto ininfluente perché l’ordinanza della Regione ha avuto già larga esecuzione per 11 giorni e mercoledì è stato annunciato dal governo, e dal presidente del Consiglio, che verrà disposta l’apertura di bar e ristoranti a partire dal 18». L’avvocato Oreste Morcavallo, noto amministrativista e difensore della Regione al Tar contro il governo, ha le idee chiare su quella che considera tutto fuorché una sconfitta giuridica. «Questa sentenza – continua Morcavallo – avrà effetto al massimo per una settimana. Quindi non ha più nessun interesse. Si è voluta creare una contrapposizione tra poteri costituzionali che doveva essere risolta, come abbiamo sostenuto, dalla Corte costituzionale. È una decisione che non condividiamo sul piano giuridico ma a mio avviso la governatrice Santelli porta a casa una vittoria importante sul piano anche politico e istituzionale perché è diventata la paladina, la precorritrice delle garanzie costituzionali della Regione e della potestà legislativa di tutte le Regioni italiane».
«Prendiamo atto della decisione del Tar – commenta invece Jole Santelli – ma non nascondiamo il rammarico per una pronuncia che provoca inevitabilmente una battuta d’arresto ai danni di una regione che stava ripartendo dopo due mesi di lockdown e dopo immensi sacrifici da parte dei cittadini». «Una scelta così importante – continua – spettava alla Corte costituzionale, l’unico organo in grado di fare chiarezza sul rapporto tra governo centrale e Regioni. Valuteremo, pertanto, la possibilità di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. Il Governo Conte, comunque, ha poco da esultare: si tratta di una vittoria di Pirro che calpesta i diritti dei cittadini, dopo che per 11 giorni l’ordinanza ha avuto validità. Per quanto mi riguarda, contesto con forza la decisione politica di impugnare l’ordinanza in esame e la volontà, da parte del Governo, di imporre le proprie decisioni con pervicacia e violando l’autonomia della Regione Calabria. La mia regione, in ogni caso, ha vinto, perché ha messo le esigenze del Sud al centro del dibattito e ha fatto emergere la necessità di discutere a fondo la Fase due. La Calabria e il Sud – conclude – hanno vinto perché hanno dimostrato di voler lavorare e di non pretendere politiche di assistenza».
R.M.