E alla fine “Nerone” è rimasto alla guida della campagna “antincendi” di Roma. E sì, come ampiamente annunciato Tonino Belcastro saluta la guida del dipartimento regionale della Salute ma non saluta la taske force della Cittadella in materia di Covid 19. Non è dato sapere se per “compensazione politica” rispetto a una proroga che non gli è stata concessa o per oggettivi meriti conquistati sul campo a proposito del contrasto al Coronavirus. C’è chi giura che abbia prevalso la prima e non la seconda delle ragioni e non si fa alcuna fatica a credere a questa seconda ipotesi. Belcastro in via del tutto teorica potrebbe persino partecipare al bando per l’indivuazione del nuovo direttore generale fra un paio di mesi, avviso di gara che è in fase di studio e che, se Francesco Bevere lo vorrà, si prefigura come un abito in doppiopetto impreziosito su misura. Per il momento però chiude qui la sua regnanza in Cittadella ma resta al vertice del contrasto regionale al Covid, nella speranza ovviamente che il virus lentamente (ma non troppo) levi le tende da solo. Ma se la “non proroga” a Belcastro era ormai scontata (anche se non per tutti) molto meno lo è stata l’individuazione del reggente del dipartimento chiamato a tenere il comando da qui fino alla selezione del nuovo direttore generale. Abbiamo dato conto di un derby interno dai connotati micidiali tra Eugenia Moltilla e Mario Donato, direttore del dipartimento Segretariato la prima e responsabile della Stazione unica appaltante il secondo. Derby che è rimasto intatto e che è valso il protrarsi nervosissimo della giunta per diverse ore, ben oltre quelle previste. Con la governatrice Santelli a tratti molto irritata per la fuga di notizie pre-giunta al punto da preferire il sostanziale “congelamento” delle operazioni, non fidandosi per niente del clima attorno. Eugenia Montilla era effettivamente in pole per la reggenza del dipartimento ma poi Santelli ha optato per la successione di Apicella, ovviamente agevolata dalla scelta strategica di muovere per il momento solo pedine interne ai dipartimenti stessi. E così il turno di Mario Donato al vertice reggente di qualche dipartimento potrebbe essere solo spostato di qualche settimana, mese al massimo. Anche perché alcuni dei dg confermati ieri sono da considerarsi molto in bilico e con orecchie che fischiano e non solo per ragioni di carattere politico o strategico, a conti fatti il vero disegno della regnanza dei dipartimenti deve ancora essere disvelato da parte di Santelli. Ad ogni modo al posto di Belcastro arriva, come reggente del dipartimento, l’interna Francesca Fratto mentre l’unico dg a saltare è stato quello all’Urbanistica Schiava, reo forse di aver collaborato ad un bando per i borghi dal sapore troppo oliveriano per essere protratto nel tempo. Al suo posto Maria Francesca Gatto, altro nome pesante nella nomenclatura della cittadella nonché griffe imprenditoriale non da poco in Calabria. Tutti gli altri sono stati confermati in modalità “reggenti”, ovvero Tommaso Calabrò (Programmazione comunitaria), Filippo De Cello (Bilancio), Roberto Cosentino (Lavoro), Giacomo Giovinazzo (Agricoltura), Felice Iracà (Sviluppo economico), Domenico Pallaria (Lavori pubblici), Orsola Reillo (Ambiente), Paola Rizzo (Programmazione nazionale), Sonia Tallarico (Istruzione), Fortunato Varone (Presidenza e Prociv) e Bruno Zito (Risorse umane).
Tutti reggenti, insicuri e precari. E qualcuno più reggente e insicuro e precario degli altri. Ma questo è un altro discorso e forse non è neanche la Cittadella il posto giusto per affrontarlo seriamente…
I.T.
Sanità, l’uscita di Belcastro una via crucis in giunta
Tensione a mille nel “venerdì di passione” alla Cittadella. Montilla (che prende il posto di Apicella) e Donato in campo fino all'ultimo per la reggenza della “salute” ma la governatrice si mostra “irritata” per la fuga di notizie e fa saltare il banco