La domenica dello “smarrimento” per i bar che da poco avevano “affacciato” i tavoli fuori. Nel primo pomeriggio di ieri la sentenza del Tar che ristabilisce in piena regola il Dpcm di Conte, niente tavoli all’aperto. E così quei Comuni che avevano seguito il contrordine di Jole Santelli, e cioè bar e ristoranti possono servire caffè e pietanze all’aperto, hanno conosciuto una domenica paradossale culminata nella plateale protesta di una cameriera arrampicata sui tavoli di un bar lungo corso Mazzini a Cosenza (moriamo di fame e non di Covid). Perimetro questo, a guida Occhiuto, che non ha esitato una decina di giorni fa a seguire subito le disposizioni della governatrice, suo ex vicesindaco. E per restare nell’area urbana così tanto cara alla presidente della Regione ecco che a Rende, atrio guidato dal sempre amico Marcello Manna che ha seguito la sua ordinanza, un bar sì e uno no. Uno con i tavolini raccolti di fretta e l’altro che fa finta di niente, come se si fosse volutamente disconnesso con la realtà e con la sentenza del Tar di ieri immediatamente esecutiva e cioè con sospensione degli effetti di potestà dell’ordinanza precedente di Jole Santelli.
C’è poi anche la domenica di sole e di gran caldo lungo il Tirreno cosentino. I primi due passi senza felpe e senza paura di incrociare nemmeno l’ombra del Covid. Che si fa, lo si prende il caffè all’aperto? Lungo la costa tirrenica cosentina praticamente nessuno dei municipi aveva aderito all’ordinanza della governatrice. Tutto è rimasto chiuso, come aveva prescritto il governo. Da Tortora a Praia a Mare, da Santa Maria del Cedro a Grisolia, da Maierà a Buonvicino, da Diamante a Cetraro, da Paola a Fuscaldo. Tutto chiuso. Nessun sindaco ha preferito ascoltare le dritte di Santelli in materia di bar e ristoranti all’aperto. È toccato solo al Comune di Belvedere, unico nel suo genere lungo la costa, preferire l’ordinanza regionale rispetto al Dpcm del governo. E nella domenica dello smarrimento e dei bar e dei ristoranti chiamati a richiudere tutto e in fretta come è andata nell’unico Comune che aveva fatto già apparecchiare all’aperto aperitivi e gelati? Uno sì e l’altro no, la media. Chi ha avuto la fortuna di trascorrere qualche ora da quelle parti racconta del 50% degli esercizi che hanno fatto orecchie da mercante, dopotutto si può far anche finta di non aver conosciuto nessuna sentenza del Tar. I sindaci sì, però. La sentenza la conoscono per legge e sanno anche bene che gli esercenti che hanno creduto alle loro disposizioni possono rischiare ora sanzioni pesanti se si imbattono in controlli. Della serie, e nella più classica delle occasioni, “cornuti e mazziati”. Illusi dai tavolini e disillusi da una pesante multa…
R.M.