Era inevitabile che le cose scorressero in questo modo. Del resto che armi potenti ha in mano il governatore per condizionare e in qualche modo gio- carsi da protagonista la partita delle candidature per il Parlamento? Una sola, a ben vedere. Tramontata (mai esistita) la possibilità che potesse ri- siedere dalle parti della Cittadella il comando della sanità di Calabria era e rimane solo il potere di nomina e di vincolo della giunta regionale l’unica grande arma (non banale) a dispo- sizione del presidente della giunta. Che ovviamente la sta “intimando”, agitando, sia pure solo esibendone un potenziale uso fatta salva la cac- ciata di Roccisano che nel suo piano non poteva più essere rinviata. Quale l’uso nale della prerogativa di nomi- na e di revoca degli assessori, in vista delle candidature per il Parlamento, è ancora un mistero. Una scuola di pensiero sostiene che l’accordo con il vertice del partito prevede che la squadra di governo regionale si può completare proprio a candidature presentate. Così da non condizionar- ne l’esito, anche se il clima di tensione non aiuta. Un’altra scuola di pen- siero, antitetica alla prima, sostiene invece il contrario e cioè che proprio costipando le scelte per la giunta all’interno dei preliminari per le can- didature si potranno alla ne razio- nalizzare, fornirgli un senso. Vi è poi persino una terza scuola di pensiero, più radicale e meno disposta alle trattazioni tipiche della liturgia poli- tica. E che vede in Oliverio una sorta di Masaniello d’ultima generazione pronto a varare la sua prima giunta di rottura frontale nei confronti del Pd, in rotta di collisione dalla sanità alle candidature che evidentemente potrebbero non arrivare o arrivare non per come il governatore e i suoi si attendono. E mai come in questo caso l’uso della Regione come “camera di compensazione” torna più che utile…