Il Pd ha “usato” l’Anci come camera di compensazione

Quel che sembra un affare per Callipo potrebbe essere una trappola

Gianluca Callipo

È fuor di dubbio che una parte del Pd (nazionale) ha dato mandato a quello conterraneo di sistemare la faccenda Gianluca Callipo. Intesa non come visibilità più o meno meritata dal sindaco di Pizzo, sul quale falso mito o vera celebrità si può scrivere un capitolo a parte se richiesto. Ma intesa come rogna, patata bollente e comunque insidiosa da mettere a posto una volta per tutte. Della serie, prima che si agiti più del dovuto è meglio sismetare la pratica Gianluca Callipo. E che tutto questo avvenga a due passi dall’individuazione dei candidati per il Parlamento deve dire qualcosa in un senso o in un altro. Gli appassionati di Callipo la vedono la cosa come incoraggiante, in prospettiva. Alla guida dei Comuni calabresi come ottimo trampolino di lancio per la scalata. Chi invece ambisce a tenerlo a bada, e che probabilmente conta di più dentro e fuori il partito, la vede diversamente e piuttosto del trampolino di lancio immagina una stazione d’arrivo oltre la quale, se avviene qualcosa, solo a rischio e pericolo del sindaco di Pizzo. Messa così insomma rischia di avere ragione da vendere Forza Italia, considerata anche nei suoi livelli gerarchici meno rappresentativi. Il Pd ha inteso l’Anci come camera di compensazione per le sue faccende interne. Un po’ come avveniva nelle vecchie banche locali di una volta, le Bcc, le Casse rurali di un tempo. Esisteva e in taluni casi esiste ancora la famosa “camera di compensazione” per gli assegni. Un luogo metaforico e fintamente fisico all’interno del quale la cifra che mancava al cliente per pagare l’assegno la si cercava di compensare nel tempo, dandogli il tempo appunto di ottemperare. Un ammortizzatore sociale degli assegni, in attesa della soluzione finale. Che, se possibile, deve arrivare per tutti. Anche se in modo diverso.