Allarme rosso per i conti della Regione: il deficit non è più sostenibile

La Corte dei conti segnala: “Dati delle Asp inesatti, specie a Reggio Calabria dove si stima un buco di 500 milioni”

La sezione di controllo della Corte dei Conti ha rilevato non poche criticità nella relazione per il giudizio di parifica del rendiconto 2020 della Regione Calabria. Il documento è stato letto nella sede regionale della magistratura contabile, dal presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Rossella Scerbo, mentre la requisitoria è stata letta dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Maria Aronica. “La criticità più rilevante ravvisata nell’esercizio – si legge nel documento – riguarda l’effettiva consistenza di alcuni crediti su cui abbiamo posto l’attenzione fin dal 2018, avendo notato la presenza di partite residuali attive di consistenza rilevante che la Regione ha nel proprio bilancio da anni ma che da altrettanti anni non risultano in alcun modo movimentate. Fra i crediti in parola spiccano, in particolare, quelli che la Regione vanta nei confronti dello Stato per la realizzazione delle dighe del fiume Menta e sui fiumi Esaro e Cameli”. Inoltre, “nel bilancio della Regione dell’esercizio 2020 si ripropone un’altra vulnerabilità storica: la consistente presenza di pignoramenti sul fondo cassa, che drena liquidità e comprime, nei fatti, la capacità di spesa dell’amministrazione. A fine 2019 il fondo cassa ammontava a euro 230,445 milioni di cui 97,3 milioni “quota vincolata” da pignoramenti. A distanza di un anno – rileva la magistratura contabile calabrese – i pignoramenti sono aumentati di circa 4 milioni (sono infatti pari a euro 103,559 milioni) su un fondo cassa di euro 269 milioni. La Regione ha quindi fondi liberi per circa 165 milioni di euro: è una consistenza modesta”.  Si evidenzia poi come “un’altra grave criticità regionale, ossia la presenza di un ingente contenzioso, sembra essere stata affrontata, nell’esercizio 2020, con un approccio rigoroso e prudenziale”.
Con riferimento al processo di spesa della Regione Calabria, la sezione di controllo della Corte dei Conti ricorda di aver “a anni pubblicamente rimarcato le patologie della sanità calabrese. La Sezione ha cercato, nell’esercizio 2020, di analizzare le cause delle perdite di esercizio delle singole Asp e Ao. L’analisi effettuata – riporta la relazione della magistratura contabile – ha confermato ancora una volta come il deficit sanitario dichiarato sia totalmente inattendibile e probabilmente ampiamente sottostimato. In primis ciò è legato alla situazione dell’Asp di Reggio Calabria dove dal 2013 esiste una contabilità non fondata su documenti amministrativi, una situazione debitoria potenzialmente dirompente, con passività che potrebbero toccare i 500 milioni di euro. A causa delle debolezze e patologie sinteticamente descritte, il disavanzo sanitario del sistema calabrese a cui dare copertura, secondo il Tavolo tecnico che monitora il Piano di rientro, ammonterebbe a fine 2020 a 91,017 milioni di euro”.