Le dichiarazioni del sindaco di Cutro mi hanno già stupito ieri quando, all’agenzia “DIRE” ha dichiarato: la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli e per questo io sto con Piantedosi.
Questo, non è il momento di fare polemica, è il momento di riflettere su cosa abbiamo sbagliato e su cosa avremmo potuto fare in più.
Nel 2013 all’indomani dell’ultima tragedia a Lampedusa abbiamo avviato un’operazione denominata “mare nostrum” che ha salvato molte vite e in quell’occasione, nessuno ha avuto l’idea di additare le povere vittime come responsabili dell’accaduto.
Quelle bare nel PalaMilone dovevano quantomeno smuovere l’animo di chi ci amministra e se il governo non vuole affrontare quella che è la realtà allora spetta ai partiti, alle associazioni e alle istituzioni locali gridare a gran voce che l’Italia è un grande Paese e non può permette che bambini muoiano in mare a 150 metri dalla riva.
Dopo le sollecitazioni provenienti da ogni fronte, il Presidente del Consiglio, si degnerà di una visita alla quale tutti ci auguriamo seguano i fatti e non solo una fantomatica battaglia europea per richiamare al senso di responsabilità l’Unione.
Si avvii da subito una nuova operazione “mare nostrum” che porti in salvo donne, bambini e uomini indipendentemente se questo farà guadagnare o perdere un punto nei sondaggi.
La storia ci impone di farlo perché noi siamo l’Italia e abbiamo una storia da rispettare e da difendere.
Dobbiamo dimostrare che meritiamo di essere un punto di riferimento per l’Occidente e per tutti quei Paesi che ci guardano come faro di umanità e di civiltà.
In questo contesto oggi il Sindaco Ceraso mi imbarazza ancor di più perché non si capisce se quelle parole sono pronunciate da un dipendente del governo o da un Sindaco che oggi rappresenta una grande comunità quale è quella di Cutro?!
Con la sua dichiarazione ha reso vane tutte le manifestazioni di solidarietà che abbiamo riscontrato e fatto emergere nei giorni scorsi perché, questo governo, non ha mosso un dito per evitare che si verificasse l’evento doloroso e forse anche doloso di quel tragico 26 febbraio mattina e che ha continuato ad infierire con le dichiarazioni indegne pronunciate in quelle stesse ore, frasi che non lasciano spazio a interpretazioni; la misura è ormai colma e l’unico gesto apprezzabile sarebbero le Sue dimissioni.
Quindi sindaco ci auguriamo che riportiate al Presidente Meloni le grida di dolore delle vittime e dei superstiti e la volontà del popolo Crotonese e della Calabria tutta che non si gira dall’altra parte rispetto a chi sta peggio ma che, nelle ultime ore ha dimostrato di essere molto più umano dei propri governanti.
Leo Barberio
Segretario federazione PD Crotone