Adesso l’assoluzione già intervenuta in primo e secondo grado diventa definitiva, passata in giudicato.
L’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto, è stato assolto in via definitiva dalle accuse che gli erano state contestate in relazione ai rapporti avuti con l’ex parlamentare del Pd, Ferdinando Aiello. Tutti e 2, come detto, già assolti nei 2 gradi di giudizio e cioè in primo e secondo grado ma dal momento che la procura di Salerno dopo il secondo verdetto non ha inteso presentare ricorso per Cassazione ora il tutto è passato in giudicato.
Imputati “eccellenti” Luberto e Aiello. Con clamore mediatico al seguito e di riflesso. Tra il pesante e l’imbarazzante le ipotesi di reato poi rivelatesi del tutto infondate, corruzione in atti giudiziari, violazione del segreto d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, favoreggiamento. Ipotesi di reato che il gup di Salerno aveva lo scorso anno ritenuto infondate mandando assolti con la formula “perché il fatto non sussiste” sia Aiello che Luberto in sede di rito abbreviato. Contro il verdetto assolutorio la magistratura inquirente salernitana, guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, aveva proposto appello. Ma la musica non è cambiata lo stesso al mutare della Corte e del grado di giudizio. Ance i giudici di seconda istanza hanno successivamente ritenuto il magistrato e l’ex deputato estranei a responsabilità penali “perché il fatto non sussiste”.
Vincenzo Luberto, che ora svolge le funzioni di sostituto procuratore generale a Reggio, è stato difeso dall’avvocato Mario Papa. Ferdinando Aiello dall’avvocato Enzo Belvedere. L’inchiesta ruotava intorno a una richiesta di proroga delle indagini in un procedimento istruito dallo stesso magistrato – siamo nel 2014 – nei confronti delle organizzazioni mafiose operanti nell’area della Sibaritide. Da intercettazioni telefoniche eseguite sull’utenza di un esponente del Pd di Lungro emergevano contatti tra questi e l’allora parlamentare democrat Aiello. Rapporti che tuttavia non ebbero rilevanza penale. Le indagini condotte dai carabinieri non giunsero, infatti, alla individuazione di responsabilità penali da parte dell’esponente politico. E, quindi, il suo nome non venne mai iscritto sul registro degli indagati. Le altre ipotesi di reato contestate apparivano collegate alla successiva esplorazione dei rapporti tra il magistrato e il politico. Rapporti di amicizia e frequentazione, durante le vacanze, tuttavia successivi di tre anni rispetto ai fatti di quella indagine. La rivelazione di segreto d’ufficio si riferiva invece alla notizia che Luberto avrebbe veicolato in relazione alla sottoposizione ad indagine dell’ex procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla. «Notizia» secondo quanto affermato dall’avvocato Papa «che era già stata oggetto di divulgazione da parte di alcuni organi di stampa».
Da qui il reiterato e multiplo “perché il fatto non sussiste” con la resa definitiva da parte della procura di Salerno.
Luberto e Aiello assolti in via definitiva
Il magistrato cosentino era già stato assolto, insieme all'ex deputato Pd, in primo e secondo grado e la procura di Salerno dopo il secondo verdetto non ha inteso presentare ricorso per Cassazione. L'assoluzione è passata pertanto in giudicato