Designato dalla sezione del Csm. Ma con le “viscere” del Csm sostanzialmente contro, almeno quelle che tramano. Una specie di beffa, l’ennesima, per Nicola Gratteri che è di fatto indicato per la scalata al vertice della procura di Napoli (la più grande del Paese) ma che sostanzialmente si troverebbe contro strane manovre fino all’impedimento della scalata stessa. Una porta aperta, la designazione. E un portone chiuso, quello finale.
A rivelare l’ipotetica esistenza di un complotto contro Nicola Gratteri al vertice della procura di Napoli è “ilFattoquotidiano.it”. «Almeno due delle correnti di palazzo dei Marescialli – descrive il Fattoquotidiano.it – si sono alleate per evitare che il pm anti-‘ndrangheta diventi il nuovo procuratore capo di Napoli, nonostante sia in assoluto il candidato più titolato. Ma a far girare il vento in suo favore, paradossalmente, potrebbe essere stato lo scandalo politico andato in scena mercoledì in occasione della scelta del procuratore di Firenze, quando il voto contro la prassi del vicepresidente leghista Fabio Pinelli, già avvocato di Alberto Bianchi nel processo Open, è stato decisivo per far passare Filippo Spiezia, il candidato gradito a Matteo Renzi e al centrodestra, contro Ettore Squillace Greco, candidato progressista che rappresentava la continuità con le gestione uscente invisa al leader di Italia viva.
La sorpresa però è stata che i quattro voti dei consiglieri “moderati” di Unità per la Costituzione (Unicost), in bilico fino all’ultimo, sono andati contro i pronostici a Squillace. Una scelta che è facile mettere in relazione con la partita parallela che si gioca su Napoli. A quanto risulta al fatto.it, infatti, Area è pronta a garantire il proprio contributo per mandare sotto il Vesuvio un magistrato di Unicost: Giuseppe “Gimmi” Amato, che guida la Procura di Bologna ed è il principale sfidante di Gratteri, o Rosa Volpe, per otto anni procuratrice aggiunta e fino a ieri reggente dell’ufficio partenopeo. Così il pm sotto scorta rischierebbe di vedere ancora frustrata – per la seconda volta in pochi mesi – la sua ambizione di chiudere la carriera guidando un ufficio inquirente di primo piano. E se così fosse, quando a maggio 2024 scadrà il suo mandato da procuratore capo di Catanzaro, dovrà tornare a fare il sostituto “semplice“, senza nemmeno potersi occupare di mafia». «Contro ogni aspettativa, dopo il discusso voto su Firenze – forse per evitare una nuova decisione incomprensibile all’esterno – il pm antimafia ne è uscito in netto vantaggio: per lui hanno votato in quattro, cioè Bianchini, Maria Luisa Mazzola di Magistratura indipendente (la corrente conservatrice), il laico renziano Ernesto Carbone e Andrea Mirenda, unico togato eletto senza l’appoggio dei gruppi. I due sfidanti, invece, hanno raccolto un solo voto ciascuno: Roberto D’Auria di Unicost per Amato, Antonello Cosentino di Area per Volpe.
La decisione definitiva però spetta al plenum, l’organo al completo, che dovrà esprimersi su tutti e tre i nomi entro la pausa di inizio agosto. Se nessuno raggiungerà la maggioranza assoluta (17 voti su 33), si andrà al ballottaggio tra i due più votati. A quel punto Gratteri se la vedrà contro uno tra Amato e Volpe (più probabilmente il primo) e scatterà il patto per farlo fuori: i sei voti di Area e i quattro di Unicost andranno compatti sul suo rivale, così come quelli di altri due togati progressisti, Mimma Miele e Roberto Fontana, dei laici Roberto Romboli (Pd) e Michele Papa (M5s) e del procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, di Unicost, membro di diritto dell’organo. Totale 15. I consensi sicuri per il pm calabrese, invece, sono solo quattro, quelli dei laici in quota Fratelli d’Italia: il voto della Lega (Claudia Eccher) e quello di Forza Italia (Enrico Aimi) non sono affatto garantiti. E traballa pure il sostegno di Magistratura indipendente: da Napoli, infatti, alcuni sostituti di area conservatrice stanno facendo arrivare messaggi ostili alla nomina di Gratteri, considerato un capo “difficile”, capace di “far implodere” la Procura. Il pm antimafia più esposto d’Italia rischia di restare solo un’altra volta» commenta l’edizione online del Fattoquotidiano.
(Non) vedi Napoli e poi…
Secondo "ilFattoquotidiano.it" esisterebbe un complotto dentro il Csm per allontanare l'avvento di Nicola Gratteri al vertice della procura partenopea