È un audio choc, sconcertante. In cui i decibel sono tutti a favore della imposizione, della sottovalutazione, della disorganizzazione, probabilmente anche del conflitto con la scienza.
Gira e circola, l’audio choc. Che proviamo a sintetizzare così.
C’è una donna che deve essere operata al seno, d’urgenza. Categoria più o meno “salvavita”, per intenderci. Il medico, senologo, pretende (per scienza, e coscienza) che venga operata perché è stata già effettuata la tracciabilità del linfonodo sentinella, un esame che consente entro e non oltre le 24 ore di poter asportare il tumore. Oltrepassato tale limite temporale non si può rintracciare più il linfonodo e si naviga nel buio. La tensione è altissima dentro il blocco operatorio dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, alle stelle come la disorganizzazione. Personale (così come i pazienti) sotto attacco. Si chiama “Crao” la cabina di regia di questo blocco operatorio, una delle icone del nuovo corso della regnanza De Salazar. Ha una regnanza la cabina di regia, il Crao. Non per forza di provenienza scientifica e medica, la vecchia caposala anzi è stata mandata via. Grida anche lei, la regnanza della cabina di regia del blocco operatorio e grida esattamente e specularmente per bloccare l’intervento per tumore al seno. Dopotutto comanda e lo rinvia d’imperio. «Ho detto basta, non si discute più. Perché non abbiamo personale» tuona. «Se viene un’emorragia c’è la signora sotto i ferri e che facciamo, andiamo in galera per fare una protesi?». «Ma quale protesi – tuona ancora di più il medico senologo che vuole invece operare la donna -. Questa è una paziente che deve essere operata perché ha un tumore! Ma perché non chiamiamo di là che stanno facendo un’ernia inguinale! La paziente ha fatto un esame che domani non può rifare, quindi questo lo dobbiamo mettere agli atti!». «Non siete state autorizzate per questo intervento, lo capite o no? – riprende con decibel possenti la regnanza Crao -. Vi stiamo dando la disponibilità di farlo domattina alle 8». «Ma non c’è tempo, non può rifare l’esame!». «State esagerando, ora basta!». «Stiamo esagerando e continueremo ad esagerare perché non è modo questo di gestire una sala operatoria!» chiude l’audio il medico senologo.
Audio che, giura chi se ne intende di “viscere” dell’Annunziata, potrebbe non essere l’unico e il solo episodio di gran caos all’interno dell’ospedale a partire proprio dal blocco operatorio per il quale nei giorni scorsi la Fp Cgil ha espresso, in un documento con richiesta di incontro urgente, tutto il suo malessere e disappunto. Un malessere generale, con qualche “vittima” più o meno illustre lungo il tracciato. “Vittima” a cui, probabilmente, è stata indicata in qualche modo una via di fuga, altri camici (con meno rassicurazioni) stanno invece puntando e alla svelta presidi Asp. Il direttore di anestesia e rianimazione dell’Annunziata, Pino Pasqua, ha fatto domanda per incarico quinquennale di direttore della struttura complessa di terapia intensiva e anestesia all’ospedale di Corigliano-Rossano. Della serie, chi lascia oggi come oggi da direttore un hub di secondo livello per “traghettare” in periferia? Solo chi non può farne a meno planando in “prendere o lasciare”, tanto il posto a Corigliano si vince?
C’è malessere nell’Annunziata. Al punto che due memorie storiche dell’ospedale hub, i vertici della direzione amministrativa (Achille Gentile) e sanitaria (Francesco Amato) potrebbero persino decidere di lasciare le caldissime postazioni. Divenute scomode, per chi è abituato a convivere con il “sogno” di un’azienda che deve per forza funzionare…
I.T.