L’assessore regionale Minenna ai domiciliari

Custodia cautelare per il numero dell'ambiente delle Partecipate. Coinvolto in una inchiesta della procura di Forlì insieme all'ex parlamentare della Lega Pini. In passato ha gestito l'Agenzia delle Dogane (e l'immenso parco auto...)

Marcello Minenna, assessore all’Ambiente e alle Partecipate della giunta regionale, è stato posto agli arresti domiciliari su richiesta della procura di Forlì per fatti relativi al periodo nel quale era direttore dell’Agenzia delle Dogane. Il provvedimento è stato eseguito dalla polizia. L’accusa è corruzione e vede coinvolto, assieme a Minenna, l’imprenditore Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega per tre legislature, in carica fino al 2018.

Arrestati, su disposizione della Dda di Bologna, anche un ex parlamentare, funzionari della prefettura di Ravenna, dell’Ausl Romagna. In tutto sono stati 34 i provvedimenti cautelari, tra questi c’è anche Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega in carica fino al 2018. Pini avrebbe ottenuto un maxi appalto da Ausl Romagna per dispositivi medici durante la pandemia. L’indagine riguarda vari episodi di corruzione ed è scaturita da un’inchiesta sul traffico di droga.
Pini e Minenna avrebbe concluso un patto per il quale Pini, alla luce dei suoi trascorsi nel movimento, avrebbe promesso a Minenna di accreditarlo nel partito “Lega Salvini Premier”, in modo che venisse considerato un manager legato al movimento e gli avrebbe promesso la riconferma della nomina a direttore generale dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio del governo. Minenna, da parte sua, avrebbe accettato le promesse di accreditamento nella Lega e di riconferma della nomina in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica agli interessi privati dell’imprenditore Pini. In particolare, l’allora direttore generale, «a fronte delle richieste di intervento di Pini in occasione delle importazioni di merci per il contrasto al Covid-19» si sarebbe messo al servizio di Pini intervenendo con gli uffici territoriali per risolvere il problema dell’imprenditore. In sostanza, Minenna – i fatti sarebbero stati commessi a Forlì nel marzo 2020 – avrebbe dato ordine ai propri collaboratori di mettersi a disposizione di Pini per risolvere i problemi dell’imprenditore con lo sdoganamento della merce, per superare eventuali intoppi nella fase degli accertamenti». Minenna è stato nominato assessore regionale in Calabria nello scorso gennaio.
Una tegola non da poco quindi per Roberto Occhiuto che si è subito schierato dalla parte di Minenna in termini di garanzia di innocenza trattenendo per se le deleghe.
«A seguito della sospensione – automatica e prevista dalla legge – dell’assessore Marcello Minenna – afferma il presidente della Regione Roberto Occhiuto – ho fatto mie le sue deleghe, in modo che il lavoro della Regione possa andare avanti nelle prossime settimane senza particolari scossoni.
La giustizia farà il suo corso e rispetto l’operato della magistratura, ma allo stesso tempo voglio confermare la mia fiducia a Marcello Minenna, che in questi mesi in Calabria ha svolto molto bene il proprio lavoro, in modo particolare per quanto riguarda i fondi comunitari.
I fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Forlì riguardano il periodo nel quale Minenna è stato direttore dell’Agenzia delle Dogane: sono certo che dimostrerà la sua estraneità».
Minenna fin qui in regione è stato protagonista di una specie di “desaparecido”, secondo l’opposizione letteralmente mai visto né sentito fin qui. Altrettanto poco chiaro il suo retaggio al vertice dell’Agenzia delle Dogane e questo ben prima dell’incursione attuale della procura di Forlì. Agenzia che ha gestito l’immenso parco auto in dotazione pubblica che spesso e volentieri ha finito per scatenare “chiacchiericcio” proprio attorno alla figura di Minenna.