“Fermato” prima di puntate esplosive. Inedite per forma e contenuto. Certamente “segnanti” e rivelatrici che però non andranno più in onda, almeno per ora.
Secondo quanto riferito da “il Fatto Quotidiano” vivrebbe di questa strana coincidenza la sostanziale e improvvisa “cacciata” di Massimo Giletti da La 7 con il suo programma “Non è l’Arena”. Giletti che però, secondo quanto risulta al Corriere della Sera, sarebbe coinvolto in una indagine per flusso di denaro (75mila euro) a beneficio di Salvatore Baiardo, il “gelataio” ospite di più puntate capace di disvelare in gergo mistico e trascendentale tutte le movenze della nuova mafia, a partire dalla “premonizione” sulla cattura (consegna) di Messina Denaro. Baiardo (parente dei Greco di Bagaria), uomo vicinissimo ai Graviano di cui è considerato “portavoce” (è stato sentito per questo dal procuratore di Firenze qualche giorno fa) in un video esilarante su Tik Tok qualche minuto prima della “cacciata” di Giletti annuncia che non andrà più a La 7 perché poco “libera” immaginando (o minacciando) ospitate su Mediaset. Annuncia che nelle tv di Berlusconi parlerà delle 《cose sconvolgenti》che ha saputo nel corso del suo incontro con il procuratore capo di Firenze e “avverte” che a giugno accadranno cose molto importanti.
Qualche ora dopo il video di Baiardi ecco la nota di La 7 che annuncia la “cacciata” di Giletti.
《Stava per occuparsi di mafia, Berlusconi e Dell’Utri》riferisce “il Fatto Quotidiano”. Si stava interessando alle informative della Dia e alle perizie sui primi capitali di Fininvest. La decisione di Cairo è stata comunicata con una nota dall’emittente televisiva ma non chiarisce i motivi. Giletti – si legge sul Fatto Quotidiano – intendeva occuparsi di mafia e politica nelle prossime puntate. Per domenica era nel mirino della redazione l’ex sottosegretario di Forza Italia Antonio D’Alì. Poi Giletti stava pensando di alzare il tiro con una o più puntate su Marcello Dell’Utri. Il conduttore aveva preso già contatti con gli esperti della materia e stava studiando le indagini fiorentine che coinvolgono anche Berlusconi. L’ipotesi di accusa (tutta da dimostrare) relativa alle stragi del 1993 è un tabù in tv. Giletti voleva infrangerlo a partire dalla potenzialità televisiva del personaggio Dell’Utri.
Al Fatto Quotidiano risulta che Giletti si stava interessando delle informative della Dia sui rapporti di Dell’Utri con i mafiosi, alle perizie sui primi capitali in Fininvest e ai “generosi” prestiti e pagamenti di Berlusconi e delle sue società a Dell’Utri e famiglia, con le immancabili intercettazioni che il pubblico della tv ignora. E risulta anche che nel mirino delle prossime puntate ci sarebbero finiti i presunti incontri (agli atti, come ipotesi, anche nel processo a Reggio) tra Berlusconi e Dell’Utri con le cosche di Gioia Tauro in Calabria. Siamo agli albori della scalata Fininvest, da holding con “affanni bancari” ad impero. Puntate che ora non andranno più in onda, almeno su La 7.
I.T.