Una sberla e una carezza. Solo che difficilmente farà “uno a uno” la partita perché lo schiaffo è l’ennesimo preso in viso e ha destinatario certo mentre la felice notizia, la carezza, potrebbe essere solo frutto di una buona stella.
Finisce più o meno così l’incrocio rituale della sanità di Calabria al cospetto del famigerato Tavolo Adduce, il “tribunale” interministeriale che fa le pulci ai conti da risanare e alle erogazioni minime da garantire, se non proprio da migliorare.
La “sberla” è sempre la stessa, mutua se stessa. Sono quasi 5 mesi ormai che il Tavolo solleva pesanti rilievi al Programma operativo regionale che è stato inoltrato dalla struttura commissariale calabrese ma non c’è niente da fare, non se ne viene fuori. Va rivisto in alcuni punti e ogni volta che ci si riunisce ne vengono sollevati di nuovi tant’è che non se ne esce dal corto circuito. Complessivamente il Programma operativo è da rivedere in modo importante e ancora non ha ottenuto il definitivo via libera. C’è poi la ferita aperta della circolarizzazione del debito (promessa entro l’anno) che non può generarsi per la semplice (e drammatica) ragione che non si creano simultaneamente alla spesa i flussi finanziari da parte delle singole aziende sanitarie e ospedaliere. Siamo alla classica metafora che la mano destra non sa quello che sta facendo l’altra mano, quella sinistra. Senza la ricognizione istantanea della spesa, cioè senza i flussi finanziari, è impossibile circolarizzare il debito e quantificarlo. Il Tavolo, questo punto dolente, lo ha sollevato ancora una volta.
A tal proposito il dipartimento regionale, rispetto a comunicazioni precedenti, ha posticipato di 2 settimane il termine per la certificazione delle fatture emesse dai fornitori alle singole Asp. In principio era per il 10, il termine ultimo. Ora è stato spostato al 24 alle ore 15 segno evidente che c’è difficoltà in materia a piazzare per terra dei paletti resistenti (oppure sono intervenute last minute altre fatture che hanno bisogno di tempo per entrare nel “sistema”…).
Fin qui le (non poche) note dolenti della sanità di Calabria all’ennesimo appuntamento con il Tavolo Adduce. Che però una “carezza” l’ha riservata, nonostante tutto. La constatazione di ben 100 milioni di avanzo gestionale che serviranno, se spesi e fin qui non sono stati spesi, per il miglioramento complessivo delle erogazioni e quindi dei Lea e per i piani di assunzione di personale nelle singole aziende sanitarie e ospedaliere.
Non sono pochi 100 milioni, se spesi e se in grado di spenderli. Altro è poi chiedersi da dove vengono questi 100 milioni di avanzo e c’è qualcuno disposto a giurare che si tratta solo di un saldo contabile “virtuale” nel senso che dopo la paralisi pandemica, di fatto, questa è solo una partita di giro. Della serie, sono riemersi perché c’erano già in “pancia”. Ma tant’è, cambia poco. L’importante è poterci contare. Nella speranza però che non siano in pochi poi a “contarli”…
I.T.