Mafia in Comune, Rende (nuovamente) nell’incubo

Il prefetto di Cosenza nomina la commissione trimestrale d'accesso. Il rischio sullo sfondo è lo scioglimento

Nuovamente Rende, ancora Rende, per certi aspetti inaspettatamente Rende se la si parametra al gioiello del Sud anni Ottanta. Più semplicemente però, e drammaticamente, nulla di imprevisto stando alla cronaca giudiziaria recente.
Arriva la commissione d’accesso in Comune, per almeno 3 mesi. Il seguito poi è esoterico, dipende da quello che trova e si desidera se prorogare l’accesso ponendosi sullo sfondo l’inevitabile scioglimento.
La commissione d’accesso, a lavoro già da questa mattina per appurare eventuali infiltrazioni mafiose al Comune, è stata indicaya dal prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella su delega del ministro dell’Interno.
La commissione è composta Antonio Reppucci, prefetto a riposo ed ex prefetto di Cosenza e Catanzaro, Giuseppe Zanfini, dirigente del commissariato di Paola, e dal tenente colonnello Dario Pini, alla guida del Reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Cosenza. La commissione dovrà concludere i lavori entro tre mesi, eventualmente come detto prorogabili di altri tre mesi. Ma cosa troverà la commissione? Gli uffici hanno compromesso e lasciato prove tangibili di appalti e assegnazioni a imprese direttamente collegate, o derivate, con le cosche dell’area urbana? Oppure non c’è nulla di tutto questo e le misure cautelari emesse di recente a danno del sindaco (revocata dal Riesame senza ovviamente entrare nel merito delle accuse) e dell’assessore Munno sono frutto di abbagli della Dda e del gip? E i pentiti? Sono credibili e se lo sono fino a che punto?
Il prefetto Reppucci, per quanto compete ad una commissione d’accesso, se ci sono “carte” le troverà. Impossibile farle sparire.
Il ministero lo vuole sapere, la prefettura pure. Anche Rende lo vuole sapere, una volta per tutte…