Infermieri “anti Covid”, ora rischiano quelli di Cosenza

Dopo l'allarme lanciato per gli 81 dell'Asp di Catanzaro

Infermieri che sono accorsi, e che ancora vorrebbero farlo, in “guerra” contro il Covid naturalmente reclutati da Asp e ospedali. Salvo poi scoprire che non ci sono più fondi e che si rischia di rimanere per strada, magari dopo aver lasciato un posto in qualche clinica privata convenzionata.
Dopo l’allarme lanciato a proposito degli Infermieri di Catanzaro, circa 80, ora è il turno degli Infermieri “anti Covid” di Cosenza e della provincia di Cosenza. Dietro l’angolo la stessa fine, più o meno. Soldi finiti e disoccupazione sullo sfondo.
Debora Leone, una delle infermiere di Catanzaro che potrebbe non vedere rinnovato il proprio contratto tra poco più di un mese, così ha denunciato al Corriere della Calabria. «Dall’inizio fino ad oggi – denuncia la Leone – noi siamo abbandonati a noi stessi. Nessuna autorità politica si è degnata di venire a conoscere la nostra storia o di fare qualcosa per noi. Di questo ci dispiace molto e ci sentiamo inutili al momento. Da “eroi” a inutili per loro. Per la popolazione abbiamo dato tutto, tutto quello che avevamo in mano da infermieri. L’Asp di Catanzaro dice che non ci sono più fondi per noi che possano bastare per coprire il nostro monte orario e la nostra mansione. Questo ci ha fatto capire che noi a ottobre andremo a casa».