Il comando della sanità di Calabria in mano al presidente di Regione ma una figura da “gendarme” ci vuole sempre lo stesso, «ci sono pur sempre due Asp commissariate per mafia» per non dire delle “portaerei” di debiti non censiti per fatture false o pagate due e più volte.
È “uno a uno” al momento il punteggio della partita persino personale di Roberto Occhiuto. Strameritato il vantaggio da subito con il commissariamento della sanità in capo al presidente di Regione (cioè lui) ma in “fuorigioco” il resto fin qui della contesa con il numero due del suo ufficio, il carabiniere alto in grado e in risonanza mediatica Bortoletti, che fa la parte del designato fantasma. C’è in organico ma non si insedia. Dovrebbe esserci ma di fatto non c’è. Alla stretta, e ormai a 3 mesi dall’indicazione, un vero e proprio caso piuttosto che una risorsa dal momento che Occhiuto lo ha fortemente voluto anche perché la narrazione che circonda la “divisa” è che ha (o avrebbe) risanato persino l’Asp di Salerno.
Da qui una specie di ultima chiamata, o appello disperato. Che Occhiuto non consegna alle Aule del Parlamento (già “sordo” e interpellato sul caso) ma ai microfoni di Articolo 21. «Ho bisogno di Bortoletti – sentenzia Roberto Occhiuto -. Il governo intervenga».
«Ho incontrato il colonnello Bortoletti tre giorni dopo le elezioni – continua nel suo ragionamento il commissario e presidente di Regione – il governo lo ha nominato sub commissario in tempi strettissimi, e quando sono andato in Consiglio dei ministri il premier Draghi ha dimostrato di apprezzare moltissimo questa mia indicazione. Poi è successo che il comando dei carabinieri, di fatto, non ce lo ha ancora assegnato». Dopo di che lo stesso Occhiuto prova ad abbozzare un “perché”, che però conosce invece benissimo nella sua sostanza…«L’Arma vorrebbe che Bortoletti venisse in Calabria o in comando o in aspettativa, insomma, non da carabiniere. Io, invece, ho bisogno di Bortoletti nelle sue funzioni di agente di polizia giudiziaria, anche perché la nostra è una Regione che ha avuto due Asp commissariate per mafia. Alcuni dossier più caldi vorrei affidarli a Bortoletti». Fino all’appello terminale…«Chiedo al governo di adoperarsi per sbloccare questa situazione, io ho bisogno di Bortoletti».
Come è del tutto evidente Roberto Occhiuto, per ragion di Stato, si ferma qui. Il resto però filtra ugualmente e non è di difficile interpretazione. Un “resto” non molto lontano anche da semplici sfumature “ragionieristiche”, da una parte e dall’altra.
Bortoletti gradirebbe molto, persino più di Occhiuto e non è complesso capirne la ragione, insediarsi in Calabria da carabiniere in alto in grado a tutti gli effetti. Lo gradirebbe anche Occhiuto, non fosse altro che una divisa fa sempre effetto nell’ufficio del commissario alla sanità di Calabria. Ma se la corda deve spezzarsi non è certo per Roberto Occhiuto che poi tutto sommato saprebbe che farsene lo stesso del “competente” Bortoletti anche senza l’abito militare. Della serie, contano storico e competenze per lui. Di fatto però è soprattutto Bortoletti a non voler mollare l’Arma e a prediligere la trasferta in Calabria sotto la comprensibile copertura, iconografica e “aziendale”, del comando dei carabinieri. Ed è qui che però purtroppo sta “cascando l’asino” perché invece sta andando come se la stessa Arma non vedesse di fatto l’ora di mollarlo del tutto, Bortoletti, alle esperienze manageriali civili. Qualche cattivissima lingua si spinge fino a “immortalare” la faccenda come l’occasione buona per far fuori Bortoletti dall’Arma stessa, per svariate ragioni ovviamente compresa quella che lo vede come un “rompiscatole” e in ogni caso ottimo militare in servizio. Al punto da disfarsene.
Il punto vero è pero che in questa vicenda tutta militare e densa di “non detti” ci sta finendo dritta dritta la sanità di Calabria con le aspettative di Occhiuto, e la paralisi effettiva del suo ufficio, che mal si conciliano.
Ed è così che entra in crisi, e non è detto sia poi un male per definizione, il “modello gendarme” nella sanità di Calabria. E non è necessario poi rispolverare le “prodezze” di Cotticelli per comprendere le ragioni di chi gradirebbe anche esperienze civili nell’ufficio. Certo Roberto Occhiuto vuole Bortoletti sostanzialmente a prescindere, meglio se in divisa ma se ha aspettato fin qui lo “prenderebbe” anche senza. È Bortoletti che non gradisce la trasferta da civile e tutto può avere tranne che torto nella diatriba.
Chi ci rimette? Ovviamente la sanità di Calabria che da 100 giorni immagina di avere un sub commissario mentre allo stato si ritrova “solo” un intrigante caso mediatico. Al massimo militare…
I.T.