Un avviso del 2017 riesumato proprio di recente, sul crepuscolo della quarta ondata Covid (e non a caso un paio di concorrenti debbono essere ancora esaminati proprio perché contagiati e a casa). Si tratta di una selezione a cura dell’Asp di Cosenza per l’individuazione di 2 ostetriche da assegnare in uno dei presidi di pertinenza dell’azienda sanitaria più grande che c’è. Sono 31 i partecipanti, compresi ovviamente i 2 esami sospesi a causa Covid per cui la graduatoria ancora non è né ufficiale né ufficiosa.
In itinere quindi il percorso concorsuale e burocratico mentre è invece del tutto “maturata” una sequela di sospetti e veleni che circolano al di sopra e al di sotto il livello della “partecipazione”. E non sono pochi (o poche) quelli che avanzano una presunta non imparzialità della commissione nei confronti di alcuni partecipanti, come fosse più che concreto il rischio “contaminazione” dell’esito se non proprio, visto che siamo in materia, un vero “parto pilotato”. Scenari del tutto indelineabili e non dimostrabili, al momento, ma che sono più che sufficienti così da scatenare polemiche preventive in grado di “partorire” ogni esito in divenire. A partire, perché no, da alcune denunce che potrebbero arrivare sul tavolo della procura che è di suo notoriamente attenta a quanto accade nelle stanze di Via Alimena (sempreché non si sia già preventivamente attivata come è da prassi). A finire, epilogo scontato questo, alla pioggia di ricorsi che inevitabilmente si riverseranno non appena la graduatoria ufficiale non darà “alla luce” le vincenti. Va sempre a finire così di questi tempi. Polemiche prima e dopo ogni concorso.
L’ultima e prima “mano” però ce l’ha sempre il commissario La Regina, è suo il “regno” dell’Asp di Cosenza. Figura al vertice notoriamente attenta e prudente in ogni atto che c’è da firmare e non è escluso che possa ricorrere alla revoca in autotutela del concorso stesso. Della serie, meglio andarci con i piedi di piombo. Non è uno, La Regina, che si consente facilmente polveroni.
I.T.