Villa Sant’Anna, «danno erariale da 17 milioni per crediti illegittimi ceduti»

La procura regionale della Corte dei Conti va giù pesante nell'invito a dedurre con il quale mette in mora management della clinica e dirigenti Asp di Catanzaro per le annualità 1995, 1996 e 2004. Rosanna Frontera rischia fino a 8 milioni di euro, «per lei una responsabilità per colpa grave, in ragione degli specifici obblighi di diligenza e di correttezza»

È il giochino classico, e perverso, con il quale si sono saccheggiate sostanzialmente le Asp di Cosenza e di Catanzaro (quella di Reggio è “specialista” in relazione ad altri agguati in materia finanziaria).
Alcune ben identificate cliniche private convenzionate finiscono il budget annuale ma in accordo silente con il vertice dell’Asp di turno vanno avanti e fatturano il cosiddetto extrabudget. Un credito non accordato ma nel silenzio assenso, fuori dai contratti. Dopo di che, in prima battuta, l’Asp non paga quella fattura “dopata” ed evidentemente fuorilegge ma non procede alla sua contestazione formale. È a questo punto che la clinica privata convenzionata cede il (pressocché finto) credito alle società di cartolarizzazione, in genere ben appostate a bordo fiume e ingaggiate dal solito nucleo di avvocati in doppiopetto. La società di cartolarizzazione paga più o meno il 70% della fattura alla clinica (nel caso della Sant’Anna il 65%) e poi va lei all’incasso del 100%. Non ha fretta, anzi è meglio perdere tempo così maturano gli interessi. Ovviamente l’Asp non si oppone alle ingiunzioni e non si difende nemmeno e così si arriva in alcuni casi persino alla doppia “rapina” perché a volte quelle stesse prestazioni risultano già essere state pagate dalla stessa Asp.
È con questo schema sullo sfondo, collaudatissimo, che la procura regionale della Corte dei Conti concede i 45 giorni a dedurre ai vertici della clinica Sant’Anna di Catanzaro e a quelli dell’Asp relativamente alle annualità 1995, 1996 e 2004. Perché grazie alla minuziosa ricostruzione della guardia di Finanza e della sezione investigativa antiriciclaggio si arriva alla ricomposizione di un possibile danno erariale da  17.648.248,04 euro. Coinvolta anche la società di cartolarizzazione crediti Open Spv, acquirente delle fatture. Una sigla molto nota anche in simili vicende che riguardano l’Asp di Cosenza.
La procura regionale della Corte dei Conti invita a dedurre Villa  Sant’Anna spa, Rosanna Frontera, Michele Chiodo, Giuliana Natalina Colomba Gioffré, Mario Catalano, Giuseppe Perri, Francesco Francavilla.
Più nel dettaglio la Corte dei Conti contesta l’esistenza e l’incasso di crediti
«extra-budget svolte nelle annualità 2004 e 1995-1996, nell’ambito del rapporto convenzionale in essere con l’Asp di Catanzaro, e si fondano su pretese infondate in quanto già saldati dall’Asp o non dovuti perché non validati e non riconosciuti dalla stessa Asp; siffatti crediti sono stati ceduti pro soluto da Villa Sant’Anna a una società di veicolo specializzata nella cartolarizzazione e riscossione di crediti mediante la stipula di un atto di cessione del credito, a fronte del quale Villa Sant’Anna ha ottenuto il pagamento del 65% dell’importo dei crediti ceduti. L’atto di cessione ha consentito alla società veicolo Opera SPV, cessionaria, di intervenire nelle procedure esecutive attivate da terzi contro l’Asp di Catanzaro per ottenere gli indebiti pagamenti che qui si contestano».
«A ciò si aggiunga – continua la Corte dei Conti nel suo invito a dedurre – per marcare la macroscopica negligenza in cui sono incorsi i Dirigenti dell’U.O. Affari Generali e Legali nel non costituirsi e opporsi alle menzionate procedure esecutive, che alcune di dette procedure erano state attivate senza titoli esecutivi e che per una di tali procedure esecutive Opera SPV ha ottenuto un ingente assegnazione senza formalmente intervenire e sulla base del mero deposito dell’atto di cessione dei crediti stipulato con Villa Sant’Anna (che risultava intervenuta) per un credito che non risultava ceduto alla società veicolo».
Importante e per certi aspetti sconcertante il ruolo che la Corte dei Conti rintraccia in Rosanna Frontera, all’epoca dei fatti contestati rappresentante legale che ora rischia fino a 8 milioni di messa personale in mora.
«La responsabilità erariale ascritta in capo a Villa Sant’Anna, per le condotte descritte, viene contestata – si legge ancora – per il principio dell’immedesimazione organica, anche alla rappresentante legale della casa di cura all’epoca dei fatti, Rosanna Frontera, che ha, in particolare, sottoscritto, per conto di Villa Sant’Anna, il contratto di cessione dei crediti non dovuti o già sodisfatti e tutti i relativi allegati nonché l’atto di costituzione in mora inviato all’Asp successivamente alla cessione dei crediti. In subordine, le condotte illecite sin qui ricostruite risultano in ogni caso idonee a comprovare, in capo a Villa Sant’Anna e alla rappresentante legale all’epoca dei fatti Rosanna Frontera, una responsabilità per colpa grave, in ragione degli specifici obblighi di diligenza e di correttezza che devono improntare la condotta di una casa di cura privata convenzionata e inserita nel sistema sanitario nazionale per prestare un servizio pubblico, che, in quanto tale, deve contribuire ad assicurare la tutela della spesa pubblica sanitaria e il rispetto delle prescrizioni normative e contrattuali sulle prestazioni sanitarie in budget ed extra-budget remunerabili, anche al fine di preservare la complessiva tenuta del sistema sanitario regionale e l’assolvimento dei LEA. Pertanto, deve predicarsi la responsabilità in solido di Villa Sant’Anna e di Rosanna Frontera per l’intero importo del danno qui contestato, in virtù dell’elemento soggettivo del dolo».

I.T.