Identificato in poche ore. E’ il nipote di un boss della ‘ndrangheta l’uomo che ieri sera ha minacciato Carlo Tansi, leader del movimento “Tesoro Calabria” nel corso di un comizio a Paola, nel Cosentino. Secondo quanto apprende l’AGI, l’uomo, di corporatura robusta, teneva per mano un bambino ed è stato fotografato da una componente dello staff del candidato. La frase, pronunciata in dialetto (“Ringrazia Dio se sei ancora Vivo”) sarebbe stata profferita quando Tansi ha fatto i nomi di alcune famiglie mafiose del Tirreno Cosentino. “Mi sto consultando con il mio legale – ha detto Tansi, raggiunto telefonicamente – perché presenterò una denuncia su quanto è accaduto. Posso dire che episodi del genere mi capitano spesso quando, nei vari territori in cui tengo comizi, attacco famiglie di ‘ndrangheta. Il nipote di un boss, candidato con la Lega, mi ha scritto via Messenger che presenterà una querela contro di me. Io sono tranquillo – ha concluso – non ho detto che lui è un mafioso, ma solo che la sua candidatura non è opportuna essendo nipote di un boss, e questo è incontrovertibile”. Tansi, che sostiene la candidatura di Amalia Bruni alla presidenza della Regione Calabria, è capolista di “Tesoro Calabria” nella circoscrizione Calabria Nord.
E’ il nipote di un boss l’autore delle minacce al candidato Carlo Tansi
“Ringrazia Dio che sei ancora vivo”. Queste le parole che sarebbero state proferite nel corso di un comizio a Paola