Antiriciclaggio,《Occhiuto nel mirino di Bankitalia》

Secondo il quotidiano "Domani" sotto la lente sarebbero finiti alcuni versamenti. Il candidato alla presidenza: questo è solo sciacallaggio, non hanno altri argomenti, è tutto in regola

Tra i soci d’affari di Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione, ci sarebbero anche “professionisti nominati dal fratello sindaco in aziende partecipate dal comune di Cosenza”. È quanto rivela il quotidiano Domani in un’inchiesta firmata da Giovanni Tizian secondo cui su una delle quattro imprese di cui Occhiuto possiede delle quote si sarebbero accesi i riflettori dell’antriciclaggio di Banca d’Italia.
Da quanto risulta a Domani, i “detective” che indagano sui flussi finanziari sospetti si sarebbero concentrati su alcuni versamenti che Occhiuto avrebbe incassato da un suo socio, Paolo Posteraro, e da una delle aziende di cui entrambi sono azionisti. Si tratterebbe di un assegno e di un bonifico per un totale di 21mila euro “incassati da Occhiuto nello stesso mese in cui la società ‘Fondazione patrimonio artistico retail’ beneficiava – riporta il quotidiano – della garanzia del medio credito centrale (controllato da Invitalia) per ottenere prestiti dalle banche per oltre 350mila euro sfruttando il decreto liquidità Covid”.
Il socio d’affari di Occhiuto sarebbe stato “piazzato” in due partecipate del Comune di Cosenza” guidato da Mario, il fratello del candidato alla Presidenza della Regione. “Nessuna opacità”, ribatte quest’ultimo.
“Mai avrei immaginato che si potessero sfruttare le mie aziende, il mio impegno a creare ricchezza e lavoro, che oltretutto è precedente al mio ingresso in politica, per alimentare la polemica pre-elettorale. Ma tant’è: la mancanza di argomenti porta a tentare il tutto per tutto…”. Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria, risponde così all’articolo del Domani che parla di “bonifici sospetti” finiti nel mirino dell’antiriciclaggio di Bankitalia. Raggiunto al telefono dall’Adnkronos, Occhiuto assicura che le “due operazioni bancarie di cui si parla nell’articolo difficilmente potrebbero essere più trasparenti”: si tratterebbe “dell’incasso per la vendita di una società, avvenuto con un assegno richiamato nell’atto notarile, e del pagamento di una prestazione professionale regolarmente fatturata”.
La “segnalazione della Banca d’Italia” risponderebbe invece a “una mera attività di routine, a cui soggiacciono i movimenti dei conti correnti di tutti gli italiani”. Occhiuto respinge le accuse sulle sue società e alcuni pagamenti, precisando che sono “del tutto regolari” anche i prestiti Covid incassati dalle aziende di cui è titolare. “Si fa anche riferimento ai cosiddetti prestiti Covid di cui le mie società, come del resto buona parte delle aziende italiane – rimarca – hanno beneficiato. Peccato che l’accenno sia inutilmente malizioso e i numeri citati errati, mentre davanti alle difficoltà di realtà produttive si dovrebbe avere ben altro atteggiamento”.
Quanto ai rapporti con il suo socio, Paolo Posteraro, Occhiuto dice: “Non capisco la polemica sul ruolo di manager pubblico del mio socio, nominato a seguito della comparazione tra diversi curricula e impegnato nel mondo delle istituzioni già molti anni prima di entrare in società con me”.