Il voto d’aprile si allontana per il rischio Covid

 Entro fine mese atteso il decreto che sposta le elezioni regionali a giugno o ad ottobre, in un turno unico con le Comunali sparse nel Paese. Azzerando di fatto, o congelando, ogni candidatura fin qui emersa

Un decreto della presidenza della giunta regionale, in accoglimento di una direttiva nazionale o in alternativa un decreto unico del governo che poi ogni Regione deve solo recepire. La formula ancora non è del tutto chiara, mancano alcuni dettagli alla definizione dell’operazione. Questione di forma. Ma la sostanza, invece, non dovrebbe cambiare e dovrebbe essere già acquisita.

Il voto regionale di aprile ha le ore contate, in termini di appuntamento. Vicino, assai vicino, il suo slittamento a giugno o ad ottobre in un turno unico con le Comunali sparse in giro per il Paese. L’ufficializzazione dell’ulteriore slittamento delle elezioni regionali, ovviamente causa Covid, dovrebbe avvenire entro questa settimana e in ogni caso entro la fine del mese, in concomitanza con la rivisitazione generale e definitiva delle “zone” e dei “colori” e prima che la pantomima di Calabria della raccolta firme abbia il suo compimento. Non oltre i primi di marzo, per intenderci. Giova ricordare che per votare l’11 di aprile bisognerebbe presentare le liste entro il 12 marzo (dopo aver raccolto firme con divieti di assembramento) con pubblicazione dell’avviso dei comizi elettorali entro il 26 febbraio. Un po’ troppo in tempi di Covid che accelera nuovamente e con le varianti che dilagano e non inganni il dato di positivi apparentemente in calo in Calabria, solo nell’ultimo dato giornaliero si contano poco più di 1000 tamponi tra molecolari e antigenici e poco più di 100 positivi, un 10% di positività nel rapporto che è tra i più alti d’Italia. Da qui il decreto di slittamento del voto anche perché c’è da mettere in conto che ora come ora organizzare i seggi elettorali nelle scuole, con scrutatori difficilmente reperibili di questi tempi, diventa operazione complessa così come complesso diventerebbe portare al voto anziani o abitanti di paesi ad alta diffusione Covid o in zona rossa che pure si intravedono in Calabria.

Un esito scontato, quello dello slittamento delle urne di Calabria, che in questa settimana conoscerà molto probabilmente il suo epilogo con buona pace di chi fa finta di recitare fino in fondo la pantomima del voto e con buona pace di chi fa finta di rammaricarsi dell’ulteriore rinvio. Che invece, a conti fatti, finisce per resettare un po’ tutta la partita, a destra come a manca.

Apparentemente sonnolento (ma vivace sottotraccia) il campo del centrodestra che fin qui ha consentito che emergesse il solo nome di Roberto Occhiuto in qualità di candidato in pectore. Corsa verso la Cittadella che gli sarebbe valsa, secondo auto-ricostruzioni, persino la rinuncia a capogruppo di Forza Italia alla Camera. Non è dato sapere ora, con lo slittamento a giugno o (presumibilmente) a ottobre del voto regionale, se non converrà ad Occhiuto magari riappropriarsi formalmente di un pulpito alla Camera che di fatto però già occupa da vicario. Gli antagonisti scalpitano per avere quella poltrona e posticipare questa nazionale investitura potrebbe essere rischioso dal momento che da qui a ottobre passa un’era geologica in politica.

Decisamente più movimentato fin qui il campo del centrosinistra che con il rinvio del voto regionale è destinato a un congelamento di ogni corsa in avanti. Tanto quella del polo civico di Tansi e de Magistris, con più mesi da trascorrere in campagna elettorale è più difficile spingere sull’acceleratore ogni giorno. Quanto quella del Pd che in via solitaria fin qui ha notiziato d’aver candidato Nicola Irto consentendosi pure di notificare le 48 ore di tempo al sindaco di Napoli per ritirare la sua di candidatura. Appunto come se si votasse l’11 di aprile, eventualità che è ormai quasi certamente da intendersi superata. Con 8 mesi davanti ancora di campagna elettorale (il voto ad ottobre) resterà  questa la partita nel campo del centrosinistra? Irto rallenterà il suo “conto alla rovescia” che ha offerto a de Magistris e cercherà alleanze prima, magari, di arrendersi? Oppure nel frattempo al sindaco di Napoli sarà passata la voglia e l’adrenalina? Oppure ancora il centrosinistra deciderà su scala nazionale che non saranno consentite strade diverse tra Pd e Cinquestelle così da correre tutti insieme ovunque, naturalmente rivedendo le candidature fin qui emerse? Chissà.

Per ora decide il Covid, e non è una buona notizia. Ancora pochi giorni e (quasi certamente) sarà rinviata ancora una volta la palla in calcio d’angolo. Quando si batterà, il corner, potrebbero esserci altri giocatori in campo…

   

                                                                                                                    I.T.