«Ti giuro che mio figlio non ha il Covid»: se è così che si può rientrare a scuola…

Sconcertante autodichiarazione adottata, per esempio, da un paio di plessi a Montalto Uffugo. Si scarica sui genitori la responsabilità del rientro in classe. Spirlì: affido ai padri coscienziosi la salute dei loro figli, non devono prevalere i pochi sui molti...

Una soluzione all’italiana. Di più, alla “napoletana”. A metà strada tra fregatura legale e bomba virologica rifilata nel mezzo delle gambe, e delle famiglie. Una specie di “schiaffo del soldato”, ognuno rifila il suo e si gira dall’altra parte, c’è chi pagherà per tutti. Le contrade sono piene di Covid nelle case ma per quattro sciagurati che hanno inoltrato e vinto (con sospensiva) ricorso al Tar tutti gli altri debbono donare pegno? C’è una soluzione, la più perfida. Per poche famiglie che non riescono a tenere a casa i propri figli (e non sempre perché sono super impegnate…) il resto delle adunanze di Calabria deve fare i conti con i cancelli che si debbono riaprire per forza lunedì per elementari e medie? E se si ammala qualcuno o se porta il Covid in casa e qualche genitore o nonno “stende i piedi” chi pagherà alla fine? I ricorrenti? Il Tar? I dirigenti scolastici? I sindaci?
Nessun problema, è stata trovata una soluzione per tutti. Pagheranno i genitori. Sì, i genitori, in gran parte proprio gli stessi che non vorrebbero mandare i figli a scuola (regione in zona arancione, indice Rt tra i più alti d’Italia e incidenza in peggioramento). Perché qualcuno ha studiato la più viscida delle fregature. Leggete per credere. Ne siamo venuti in possesso per quanto riguarda un paio di plessi comprensivi di Montalto Uffugo, grosso comune alle porte di Cosenza, 100 casi attivi di Covid nelle case e indice percentuale che nell’intera pandemia non è mai sceso sotto il 20% dei positivi su tamponi. E chissà se questa soluzione non è stata consigliata poi dallo stesso sindaco, che più d’uno sussurra essere a due passi da una candidatura in consiglio regionale. Della serie, proviamo e mettere tutti d’accordo accontetando e scontendando alla democristiana. E, soprattutto, scaricando sui genitori ogni responsabilità futura tanto una dirigente scolastica (sospinta dagli incentivi economici del ministero) si trova per firmare. Questa in sintesi la trovata, che potete leggere nel riquadro della lettera. Non c’è tempo né voglia di effettuare tamponi rapidi per tutti, nonostante l’area sia molto rischiosa in materia di Covid e nonostante la Regione nella sua prima ordinanza di novembre (chiusura scuole) indicava come possibile soluzione proprio test di massa stratificati. C’è un’altra soluzione, firmata dal dirigente scolastico. Ogni genitore per far entrare in classe il proprio figlio, visto che la scuola è aperta, non deve fare altro che autocertificare che il bambino non ha né ha avuto di recente febbre sospetta né sintomi sospetti, ovviamente in riferimento al Covid. E, soprattutto, che non abbia frequentato di recente dichiarati positivi al Coronavirus. Siamo all’apoteosi del surreale. Non fosse tragica la materia, potremmo dire su “Scherzi a parte”. Non solo perché i bambini e ragazzi tra i 6 e i 13 anni sviluppano sintomatologia evidente al Covid solo nel 7% dei casi (Istituto superiore di sanità). Non solo perché è contemplata la categoria degli asintomatici fino al 65% dei casi totali (Oms) altamente contagiosa lo stesso. Quanto perché ogni genitore può attestare quello che vuole in assenza di qualsivoglia certificato da allegare. Della serie, un domani potrà sempre dire che non lo sapeva che il figlio era positivo o che aveva frequentato un positivo asintomatico. Ma in classe si entra lo stesso. Se non siamo ai confini dell’inferno, poco ci manca. L’importante è dar seguito alla pruriginosa battaglia legale di poche famiglie che per sviluppare meglio il proprio tempo libero impugnano al Tar una ordinanza (della Regione) a tutela e salvaguardia della loro salute e dei loro figli. Spirlì, come è noto, ha proposto opposizione alla sospensiva del Tar e ricorso in Consiglio di Stato ma la strada rischia di essere ancora lunga. «Affido ai genitori coscienziosi, agli educatori vigili, all’intera comunità regionale, a se stessi e a Dio – scive su facebook il presidente facente funzioni – il popolo nuovo e giovane della Calabria. Io, pur di passaggio, continuerò a combattere dal palazzo con le porte aperte. Non sono nato su una poltrona comoda, ma in una umile casa di onesti lavoratori. Non morirò su una poltrona comoda (che, peraltro, non uso), ma in mezzo alla mia gente. Lotterò sempre perché non prevalgano i pochi sui molti…».

I.T.