Rinascita, parte il maxi-processo: 325 gli imputati tra boss, professionisti e politici

E’ iniziato questa mattina dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia il maxi-processo Rinascita-Scott scaturito dall’operazione messa a segno dai carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, il 19 dicembre 2019. Nell’aula bunker appositamente allestita a Lamezia Terme, sono chiamati a comparire 325 imputati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi, narcotraffico, rapina, usura, danneggiamenti, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e tentati omicidi. Altri 91 imputati saranno processati il 27 gennaio con rito abbreviato, mentre un terzo troncone che riguarda cinque omicidi si aprirà il 10 febbraio dinnanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro.

I pubblici ministeri Antonio Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso hanno citato 913 testimoni fra investigatori dell’Arma dei Carabinieri, ma anche della Polizia e della Guardia di finanza. Cinque i testimoni di giustizia chiamati a deporre dalla pubblica accusa, 58 invece i collaboratori di giustizia appartenenti non solo alla ‘ndrangheta del Vibonese (Andrea Mantella, Bartolomeo Arena, Raffaele Moscato, Emanuele Mancuso, Michele Iannello, Francesco Costantino, Giuseppe Comito, Nicola Figliuzzi, Gaetano Cannatà e Michele Camillò), ma anche a quella del resto della Calabria, oltre a collaboratori pugliesi ed appartenenti a Cosa Nostra siciliana come Gaspare Spatuzza, il pentito che si è autoaccusato della strage di via D’Amelio, del rapimento del piccolo Santino Di Matteo e dell’omicidio a Palermo di don Pino Puglisi. Alla sbarra i clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, Pugliese di Vibo, Pardea-Camillò-Macrì di Vibo Valentia, Accorinti di Zungri, Bonavota di Sant’Onofrio, Cracolici di Maierato e Filogaso, Mazzotta di Pizzo Calabro, Barbieri di Cessaniti, Fiarè-Razionale-Gasparro di San Gregorio d’Ippona, La Rosa di Tropea.