Il Covid dalle “uova d’oro”: il caso degli straordinari all’Asp di Cosenza

Prestazioni aggiuntive dei medici della task force “ben pagate” con tariffe e monte orari che in pochi hanno potuto controllare dal momento che sul sito c'è poco o nulla sul “tracciamento”...

La vicenda dei fondi stanziati per i medici della task force Covid-19 dell’Asp di Cosenza non solo suscita indignazione nella opinione pubblica e tra sanitari, esposti in prima linea, che operano nello stesso settore, perché si sentono discriminati e sfruttati, ma non convince e cercheremo di spiegarne i motivi. Dalle consultazioni dei vari siti trasparenza, infatti, non appare che altre Asp (calabresi o nazionali) abbiano adottato un simile provvedimento, o meglio, quelli visionati risultano strutturati in modo diverso, abbracciano numerosi servizi, sono preceduti da una completa istruttoria, indicano il fabbisogno orario da coprire e, per come prevede la legge, limitano le prestazioni a 96 ore annue per ogni singolo sanitario. Per tutti i medici ospedalieri del fronte anti-covid, a iniziare dal laboratorio di Virologia, che processa i tamponi inviati dall’Asp, a finire al reparto Rianimazione, passando per Radiologia, tac, Malattie infettive, Pronto soccorso, Geriatria e Pneumologia, non sarebbe stato previsto lo stesso trattamento.
Eppure i medici dell’Annunziata di Cosenza e quelli degli ospedali dell’Asp di Rossano, Castrovillari, Paola ecc., sono maggiormente esposti, hanno registrato il maggior numero di contagi, prestano servizio straordinario senza compenso fino alle 2-4 di notte, rientrano a fine turno su chiamate di urgenza. È sotto gli occhi di tutti che le finalità (dichiarate nelle delibere di spesa n.485 e 920 del 2020) “di individuazione dei soggetti a rischio, le attività di contact-tracing e quelle specifiche di prevenzione, le misure di contenimento del contagio”, non siano state raggiunte. Mancando qualsiasi informativa, non è dato sapere, per come decantato in entrambe le deliberazioni se, effettivamente, il gruppo di lavoro sia stato in grado di coprire tutto il territorio provinciale senza dovere ricorrere a figure professionali esterne. Le stesse delibere, per come strutturate, suscitano interrogativi e perplessità perché, in linea generale, ai dirigenti medici, di struttura semplice o complessa, non spettano somme aggiuntive per straordinari, in quanto percepiscono già la retribuzione di risultato (Cass. Sez. Lav. 7921/2017 – 16711 e 16855 del 2020).
Nello specifico, inoltre, la vicenda lascia spazio ad un altro dubbio da chiarire. La giustificazione della “necessità di dovere ricorrere, dal 5.3.2020 al 31.12.2020, a prestazioni aggiuntive al di fuori del normale orario di servizio”, per il cui espletamento è stata stanziata la ingente somma di € 1.464.750,00 comprensiva di Irap, è un dato, di per sé, negativo, perché presuppone che gli obiettivi o i risultati ordinari non sarebbero stati raggiunti o non sarebbero raggiungibili. Di conseguenza, sul piano logico, non potrebbero essere erogate somme a titolo di indennità di risultato o, al contrario, non potrebbero essere percepite entrambe le indennità (di risultato e per attività extra orario). Sulla base di tale presupposto negativo è lecito chiedere in base a quali criteri talune persone sono state individuate o giudicate meritevoli di svolgere compiti straordinari e di entrare a fare parte della task force anti- covid19? Per giustificare l’esborso di € 60,00 per ogni singola ora di straordinario, da effettuare sotto il “paravento” delle prestazioni aggiuntive al di fuori del normale orario di servizio, nella delibera n.485/2020, è stato fatto riferimento, sia all’art.14, comma VI° del soppresso Ccnl del 3.11.2005, sia al vigente accordo di categoria, anni 2016/2018, dimenticando che l’applicazione dell’uno esclude l’applicazione dell’altro, prova ne è la scomparsa, nella seconda delibera, di ogni riferimento all’ultimo contratto.
In particolare suscita meraviglia l’espresso riferimento all’art.14 del Ccnl 2005, il quale è stato chiaramente abrogato dall’art.32 del vigente Ccnl anni 2016/2018. Non solo lo stanziamento è stato giustificato invocando una disposizione soppressa, ma prima di ricorrere alle prestazioni aggiuntive extra orario, non si doveva applicare l’art.30 del Ccnl vigente e fare ricorso alle c.d. prestazioni straordinarie, il quale prevede € 27,65 per il diurno, € 31,12 per il notturno, € 35,75 per lo straordinario notturno e festivo ed escluderebbe i costi aggiuntivi per Irap, pari ad € 114.750,00?
Sul piano prettamente tecnico, ci si chiede, come sia stato possibile che, ad entrambi i commissari nonchè ai soggetti proponenti le due deliberazioni (il direttore del dipartimento di Prevenzione ed il Responsabile del procedimento), per ben due volte, siano sfuggiti: – l’abrogazione dell’art.14 del Ccnl 2005, – l’assenza della preventiva istruttoria e della predeterminazione del fabbisogno orario complessivo, – la mancata previsione del limite delle 96 ore annuali? È lecito domandare, infine, con riferimento al periodo giugno-dicembre, perché nella deliberazione n. 920/2020, sia scomparso ogni riferimento al vigente Ccnl anni 2016- 2018 e, con esso, alla previsione di spesa compensi per fare svolgere gli straordinari al personale paramedico? Meraviglia come di tale discrasia non si siano accorti i rappresentanti sindacali e perché, sulla vicenda, non abbiano preso alcun tipo di posizione, nonostante che essa discrimini i lavoratori dello stesso settore e, principalmente, gli ospedalieri, impegnati, giorno e notte, sul fronte anti-covid19. Dai prospetti contabili, pubblicati sui giornali, inoltre, si evince che al direttore del dipartimento di Igiene e Prevenzione siano stati riconosciuti, in nove mesi, dal 5.3.2020 al 30.10.2020, € 46.104,00, di cui € 9.600,00 per sett.-ott., € 10.680,00 per giugno-luglio e agosto ed € 25.824,00 per il periodo antecedente. Poiché tali atti recano la sottoscrizione del suddetto dirigente, è da presumere che, in palese conflitto di interessi, si sia autoliquidato le predette somme. Tutto questo ed il fatto che, sul sito trasparenza dell’Asp, non siano consultabili i provvedimenti autorizzativi dei pagamenti e non siano visionabili le note del 5.3.2020 prot. n. 0023383 edell’1.4.2020 prot. n. 0031647 (tra l’altro menzionate nelle due delibere ma non allegate), sono circostanze che destano stupore. Maggiori perplessità suscitano i dati riguardanti l’ammontare delle prestazioni lavorative, le quali, in base a quanto desumibile dalle due delibere commissariali, dovrebbero essere iniziate non prima del 5.3.2020.
Nel primo periodo, ricompreso tra il 5.3.2020 ed il 31.5.2020, per come riportato relativo prospetto, il direttore del dipartimento di Igiene, nell’arco di 87 giorni, ha svolto, in aggiunta al normale orario di servizio, 538 ore di prestazioni straordinarie aggiuntive, per una media di 6,18 ore giornaliere continuative, comprese le 10 domeniche ed il giorno di Pasqua e Pasquetta. Ammesso che si applichi l’art.14 del Ccnl 2005, permane l’interrogativo sull’Irap, il cui costo dovrebbe essere incorporato nel compenso orario lordo di €60,00 e non scorporato da tale voce di costo, altrimenti, non sarebbero state adoperate, nel predetto contratto, le parole “60,00 euro lordi omnicomprensivi”. Ulteriori perplessità suscita il fatto che nessuna delle due delibere indichi i criteri ed i presupposti oggettivi occorrenti (es. timbratura di cartellini) per registrare l’effettivo svolgimento delle prestazioni aggiuntive, non essendo sufficiente il generico riferimento “alla analitica rendicontazione mensile ed alla attestazione del servizio prestato” riportato solamente nella prima delibera. Pertanto, è un sacrosanto diritto richiedere la pubblicazione, ben accessibile, sia degli atti istitutivi della task force (non essendo sufficiente, ai fini informativi, la nota del 21.3.2020), sia dei criteri di scelta dei componenti tale struttura, sia di quelli utilizzati per riconoscere, contabilizzare e liquidare, a ciascun sanitario, ex post, un tot monte ore di attività lavorativa svolta extra ordinem visto che, ex ante, nelle delibere di impegno spesa manca qualsiasi predeterminazione del monte ore mensili o di quelle annuali, le quali ultime non possono superare il tetto delle 96 ore.
Di fronte ad uno stanziamento di € 1.464.750,00 che non convince, ci si chiede: a) perché i tamponi vengono processati dagli addetti ai laboratori dell’A.O. di Cosenza e perché, solo di recente, per lo svolgimento di tale compito e per minima parte, ai primi sono stati affiancati quelli dell’ospedale dell’Asp di Rossano- Corigliano?;
b) in tutti questi mesi, i sapientoni strapagati, siano essi commissari, direttori della Regione e dell’Asp, hanno pensato che occorresse non solo fare processare, velocemente, in gran numero ed a chilometri zero, i tamponi anche agli ospedali di Paola, di Castrovillari, di Trebisacce, di Cetraro, di Rossano ma che occorresse di attrezzarli adeguatamente e che, in tal modo, si potesse risparmiare sulla spesa di trasporto presso l’ospedale di Cosenza e sul costo aggiuntivo di € 30,00 riconosciuto ai privati per ogni singolo tampone?; c) Perché esperire per una ulteriore spesa una indagine di mercato, ossia per acquistare n.15 autovetture, di cui n.7 furgoni e non utilizzare la determina n.224 del 31.3.2020 con la quale erano stati stanziati € 850.000,00 annui per il noleggio di autoveicoli? (vedasi nostro precedente articolo “la delibera diventa determina”). L’ultimo interrogativo riguarda la comunicazione del 21.2.2020, visionabile sul sito dell’Asp, dove è riportato che il coordinatore della task force è coadiuvato dal dottor Rocca Pierfrancesco ed è affiancato dal dottor Vincenzo De Carlo. Poiché questi due nominativi non compaiono nei prospetti di liquidazione delle prestazioni lavorative aggiuntive, le spiegazioni plausibili potrebbero essere due: la prima, l’Unità centrale di coordinamento non funziona, oppure i suddetti sanitari non ne fanno più parte; la seconda, questi medici, a differenza di altri, senza ricorrere a prestazioni straordinarie, sono riusciti a raggiungere gli obiettivi ed i risultati prefissati. Tutti questi interrogativi, non sarebbero stati posti qualora le finalità di trasparenza, volute dal D. Lgs. 33/2013, fossero state compiutamente assicurate dal facile accesso al sito internet dell’Asp di Cosenza…

Romano Di Nascita