Sanità, quella clinica che neanche il Covid ha mai fermato…

Una importante struttura del Tirreno cosentino avrebbe continuato a fornire prestazioni e interventi baipassando l'emergenza (e il divieto) Corovavirus attraverso l'escamotage della (finta) urgenza

La “fase 2” appena agli albori tiene col fiato sospeso anche la linea del fronte della sanità, sia essa quella pubblica che pubblicamemte accreditata. Migliaia gli interventi di carattere ordinario che sono stati sospesi, rinviati a causa dell’emergenza Covid nelle corsie, protocolli rigidissimi da seguire. Oggi si è in attesa di un segnale di svolta, di chiarimento, a proposito di questi interventi. Quando potranno iniziare a essere effettuati? La Regione e il dipartimento daranno delle direttive in tal senso? Le liste d’attesa sono piene zeppe ma ancora non è chiaro in Calabria quando si sbloccherà la partita che riguarda migliaia e migliaia di persone. Sulla carta tutti gli interventi di carattere ordinario sono sospesi dall’inizio dell’emergenza Covid ma si è poi così certi che questa ordinanza è stata seguita da ogni struttura sparsa in giro? Qualcuno ha continuato a erogare interventi praticamente senza soluzione di continuità?

A dar retta a una serie di segnalazioni anche insistenti che arrivano dalla “linea del fronte” della sanità territoriale qualche erogatore privato e pubblicamente accreditato avrebbe violato (con una furbizia) le regole del gioco. Un importante centro sanitario del Tirreno cosentino, infatti, non avrebbe mai smesso di effettuare interventi quotidiani sin dall’inizio dell’emergenza Covid. Con un sistema che appare semplice quanto sconcertante, se fosse vero evidentemente. Far transitare la “prima istanza” dai medici di base e da qui la prescrizione di carattere d’urgenza dell’intervento. Poi, direttamente, in sala operatoria ma senza passare dal pronto soccorso. Una “urgenza”, in questo caso, solo di parvenza, di facciata. Di fatto, però, sempre stando ad alcune segnalazioni, di urgente ci sarebbe stato ben poco alla base degli interventi se non, appunto, la necessità di mantenere la “produttività” della struttura stessa. Del caso non dovrebbe esserne all’oscuro la stessa Asp di Cosenza, negli ultimi tempi particolarmente attiva sul fronte delle indagini interne e delle ispezioni. Fronte questo che spesso e volentieri diventa preludio per l’approdo delle anomalie suoi tavoli delle procure…

 

R.M.