Nella mattinata di oggi la Squadra mobile di Cosenza ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale, emessa dal Gip del Tribunale di Cosenza, a seguito della richiesta della Procura diretta da Mario Spagnuolo, nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo e in alcuni episodi in concorso, di usura ed esercizio abusivo del credito.
Nello specifico in carcere sono finiti Antonio Berlingieri 43 anni di Cosenza, Maurizio Bruno 52 di Mendicino, Sergio Manna 51 anni di Cosenza. Ai domiciliari, Pasquale Placido 73 anni di Cosenza e infine, per C.S. 64 anni di Cosenza la misura del divieto di dimora nei comuni di Cosenza e Rende.
L’attività investigativa è nata dalla denuncia sporta nel 2018 da una delle vittima di usura che ha consentito di individuare un gruppo di usurai i quali, agendo il più delle volte in maniera autonoma, prestavano soldi “a strozzo” alle vittime, tutte versanti in stato di grave bisogno, esigendo poi in cambio la restituzione di esorbitanti somme di denaro. E quando le vittime non riuscivano più a pagare, venivano pesantemente intimorite dagli usurai, anche con esplicite minacce di morte.
Tra le 16 vittime accertate, oltre a disoccupati e pensionati, si contano per lo più operai ma anche artigiani, muratori, imbianchini e lavaggisti.
Insostenibili i tassi di interesse che venivano imposti dagli strozzini: in alcuni dei tanti casi ricostruiti le vittime erano costrette a consegnare bancomat e carte Postapay. In un altro caso, il tasso usurario applicato su base mensile toccava il 57% arrivando a raggiungere, su base bimestrale, il 230% e addirittura, nel trimestre l’850% (a fronte di un prestito di 1.400€ sono stati chiesti 6.200€ con la minaccia, in caso di inottemperanza, di un ulteriore balzello fino a 12.400€).
Una delle vittime, rivoltasi agli usurai per l’estrema difficoltà economica in cui versava a causa del vizio del gioco compulsivo, era talmente disperata da manifestare propositi suicidi e pertanto si determinava a ricoverarsi in una Comunità terapeutica per il recupero della ludopatia.
Nel corso delle perquisizioni effettuate presso le abitazioni degli indagati sono stati rinvenuti documenti, agende e una sorta di libro mastro in cui erano annotati gli importi delle somme concesse a titolo usurario e i nomi delle vittime.
I destinatari delle misure restrittive in carcere, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso la Casa circondariale di Cosenza.